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Pubblicato il 20/03/2015 22:10

Fissato l'appello per il processo per il crollo della Casa dello studente

casa dello studente

Comincera' il prossimo 22 aprile il processo d'appello per il crollo della Casa dello studente, uno dei simboli tragici del sisma del 6 aprile 2009, dove morirono otto giovani, da cui e' scaturito uno dei filoni d'inchiesta piu' importanti tra i 200 della maxi indagine aperta dalla procura della Repubblica fin dai primi giorni dopo il terremoto. Il ricorso e' stato presentato da quattro imputati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni condannati nel processo di primo grado: Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, tecnici autori dei lavori di restauro del 2000 sullo stabile, alla pena di quattro anni di reclusione; Pietro Sebastiani, tecnico dell'Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) aquilana, che gestiva la struttura, alla pena di due anni e sei mesi. Gli indagati dal pm Fabio Picuti erano inizialmente 15, quattro dei quali deceduti. Poi la posizione del progettista Claudio Botta, 92 anni, e' stata stralciata, e in seguito l'uomo e' stato dichiarato non processabile. Dei rimanenti dieci, otto ad aprile 2012 sono stati ammessi al rito abbreviato, che ha consentito di saltare la fase dibattimentale, chiudendo i conti nell'udienza preliminare con uno sconto di un terzo della pena in caso di condanne. Oltre alle quattro condanne, altri quattro dirigenti e tecnici di restauri minori sono stati assolti e per altri due indagati, con il rito ordinario, e' stato dichiarato il non luogo a procedere. Elemento cardine del processo di primo grado, la maxi perizia di 1.300 pagine complessive del perito nominato dal giudice Giuseppe Grieco, la professoressa del Politecnico di Milano Gabriella Mulas. Secondo la perizia la Casa dello studente era nata male, con un piano in piu', con un progetto malfatto, ed e' stata ristrutturata peggio, aumentando i carichi senza accertarsi se fosse lecito e proponibile. Con il sisma del 6 aprile 2009 non poteva non crollare, a differenza degli altri edifici anche vicini, che sono rimasti in piedi. In udienza la Mulas ha definito il progetto originario della Casa viziato da errori "che si potevano vedere dalla prima pagina" e bollato i lavori di restauro come "soldi gettati nella spazzatura". Gli appelli dei difensori contestano anche queste valutazioni

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