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Pubblicato il 19/06/2015 21:09

Forum stampa cattolica a L'Aquila

"Per liberare il mondo dalla fame, non serve cibo in maggiore quantita' ma bisogna lavorare molto per contrastare la poverta' e aumentare i redditi soprattutto delle fasce piu' povere". L'analisi e' di Jakob Skoet, economista della Divisione dell'economia per lo sviluppo sociale della Fao, intervenuto nella prima sessione del XI Forum dell'Informazione cattolica per la Custodia del Creato "Coltivare e custodire le risorse naturali per nutrire l'Umanità", organizzato a L'Aquila dall'associazione Greenaccord Onlus in collaborazione con la Regione Abruzzo e il Comune di L'Aquila. Secondo Skoet, le politiche davvero efficaci contro la fame sono quelle che incentivano la "crescita economica inclusiva, soprattutto verso i piu' deboli". A dimostrarlo, sono i Paesi che hanno introdotto sistemi di protezione sociali: "chi ha intrapreso questa strada ha ottenuto risultati significativi sul fronte della lotta alla malnutrizione". Ma queste scelte sono state adottate a macchia di leopardo. E infatti, spiega l'Onu, i risultati globali sulla fame sono comunque a luci e ombre. "Da un lato - prosegue Skoet - si puo' vantare una riduzione di 216 milioni di affamati nell'ultimo quarto di secolo (167 milioni solo nell'ultimo decennio)". Sono 795 milioni secondo i dati 2014, 780 dei quali nei Paesi in via di sviluppo e uno su due e' residente in Asia orientale e meridionale. "Tuttavia l'obiettivo del Vertice mondiale dell'Alimentazione di dimezzare la popolazione malnutrita e' stato ampiamente mancato. Sarebbe stata necessaria una riduzione di 476 milioni". Per accelerare il trend e consolidarlo, Skoet sottolinea l'esigenza di investire anche su due altri fronti: l'agricoltura familiare ("l'incremento di produttivita' dei piccoli agricoltori - spiega - genera redditi, migliora l'accesso ad alimenti di qualita', crea posti di lavoro per le fasce piu' povere e aumenta i salari della manodopera non qualificata") e i mercati rurali che, se efficacemente funzionanti, sono "importanti per la sicurezza alimentare e l'alimentazione, agevolando l'integrazione degli agricoltori familiari nell'economia"

 

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