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Pubblicato il 28/11/2012 09:09

Italia, maglia nera per i Cyber attack

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Se ne discuterà a Pescara in un convegno organizzato dal Siulp

Per commettere una rapina oggi non servono più pistole né armi sofisticate ma è sufficiente il click di un mouse. Sono i cosiddetti Cyber Attack o violenze informatiche, frodi in costante aumento che hanno portato l'Italia a vestire la “maglia nera” tra le nazioni più colpite da attacchi informatici in tutta l’Europa occidentale e Nord America. 

Qualsiasi  forma  di  transazione,  movimento  finanziario,  comunicazione  ed  innumerevoli  altre operazioni del vivere quotidiano sono infatti digitalizzate e viaggiano sulle reti telematiche. Anche il semplice pagamento di una bolletta non sarebbe possibile oggi senza passare per l'ambiente cibernetico, il volume d'affari dell'e-commerce italiano è in costante crescita e in più i patrimoni informativi aziendali, istituzionali e anche privati sono oramai quasi totalmente digitalizzati. 

Facile immaginare come questa rivoluzione, in settori che richiedono una particolare attenzione alla sicurezza, abbia investito anche il crimine determinando la nascita di nuove fattispecie di reato. 

Di questi nuovi reati, ma soprattutto di strategie in campo per arginarli, si parlerà nel convegno “Violenza informatica e Cyber Attack: Di.F.e S.I.?”, acronimo che sta per Digital Forensics e Sicurezza Informatica, che sarà ospitato dalla sala convegni della Fondazione PescarAbruzzo il prossimo 29 novembre.

L'appuntamento  è  organizzato  dal  Siulp di  Pescara  (Sindacato  italiano  unitario  lavoratori  di Polizia) in collaborazione con l'Associazione Nazionale Forense e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio Regionale, dall'Università d'Annunzio e da Confindustria Abruzzo.  “La protezione delle informazioni da accessi abusivi e da manipolazioni è un problema molto serio – sostiene il Siulp Pescara – troppo spesso ignorato e ampiamente sottovalutato nelle sedi deputate a valutarlo e contrastarlo. E' del tutto assente la  cultura della sicurezza, così come è molto attenuata a percezione del crimine informatico”. I dati, in verità, confermano quanto affermato dal Siulp: la tendenza dei Cyber Attack parla di un più 36% nel 2011 che, se incrociato con un altro dato ancor più preoccupante, secondo il quale sarebbe aumentata del 42% la percentuale di quelli andati a buon fine, rende la dimensione del problema. 

“Ovviamente  anche  le  investigazioni  digitali  sono  state  investite  dalla  medesima  rivoluzione consentendo l'introduzione di nuovi strumenti e tecniche”. Ecco dunque la nascita della  Digital Forensics,  la  disciplina  che  si  occupa  dello  studio  e  dell'applicazione  delle  tecniche  di individuazione, acquisizione, conservazione, valutazione, analisi e presentazione dei dati digitali in maniera  tale  da  essere  validi  in  sede  probatoria.  Una  disciplina  che  però,  stando  a  quanto confermato anche dagli esperti, soffre ancora  della mancanza, in Italia, di una normativa efficace e di un protocollo operativo preciso.

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