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Pubblicato il 10/06/2014 10:10

La procura generale dell'Aquila ha riaperto le indagini sulla morte di Roberto Straccia

roberto straccia

La procura generale dell'Aquila ha riaperto le indagini sulla morte di Roberto Straccia, lo studente universitario sparito misteriosamente a Pescara dopo essere uscito di casa per andare a correre sulla riviera e trovato cadavere sul lungomare di Bari. A rivolgersi alla procura generale del capoluogo abruzzese e' stata la famiglia del giovane che il 23 aprile ha presentato una querela nei confronti dei carabinieri di Pescara, incaricati di svolgere le indagini nel 2011, all'epoca dei fatti. La famiglia, spiega l'avvocato Marilena Mecchi, lamenta l'inquinamento delle prove e una omissione di atti di ufficio segnalando il fatto che sono scomparsi i tabulati relativi alle intercettazioni telefoniche a suo tempo disposte dalla procura (che dovrebbero essere conservati agli atti)

Sarebbe inoltre avvenuta una violazione della legge che regola le perquisizioni informatiche in quanto sarebbero state saltate le operazioni preliminari affidate a un consulente. Inoltre, questo un altro aspetto da approfondire per gli Straccia, sarebbero avvenuti tre tentativi di accesso abusivo sul profilo facebook di Roberto cinque giorni prima del ritrovamento del corpo da parte di due persone (di cui uno dei conoscenti di Roberto), ma questo aspetto non sarebbe stato approfondito. La famiglia Straccia chiede inoltre di sapere cosa ci sia dietro un sms dal contenuto allarmistico relativo all'utenza di una persona - che all'epoca era intercettata - che agganciava la cella di Bari Palese, il luogo esatto dove Roberto e' stato ritrovato qualche giorno dopo quel messaggio. Oggi, poi, e' stata presentata un'altra querela, sempre alla procura generale dell'Aquila e sempre dall'avvocato Mecchi, con richiesta di riapertura delle indagini sulla base di nuove perizie che sono state sollecitate proprio dalla famiglia Straccia e che riguardano vari aspetti della vicenda, dalle alghe trovate nel corpo di Roberto fino alle correnti esistenti nel porto di Pescara quando e' finito in mare

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