Dal 2006 al 2012 si e' appropriato di circa 40 mila euro versati dai privati per il rilascio dei certificati per la manipolazione degli alimenti a bar e ristoranti, usando poi i soldi per il gioco d'azzardo: un'accusa che e' costata ad un dipendente del Servizio igiene degli alimenti (Sian) della Asl di Teramo, la condanna da parte della Corte dei Conti dell'Aquila a risarcire all'azienda 39.660 euro oltre agli interessi. E a nulla, di fronte ai giudici contabili, e' servito il fatto che l'uomo, ammettendo le proprie responsabilita', abbia esibito come giustificazione un certificato rilasciato dalla psichiatria di Teramo che ne attestava la dipendenza dal gioco, ne' l'impegno assunto dal dipendente davanti alla Asl a rifondere le somme. Per i giudici, come si legge nella sentenza, "non risulta in alcun modo dimostrato che la peculiare patologia fosse di consistenza, intensita' e gravita' tali da rendere il soggetto incapace di intendere o volere o comunque capace di autodeterminarsi al momento della consumazione degli illeciti contabili". Sulla vicenda e' attualmente in corso anche un'inchiesta penale a firma del pm Stefano Giovagnoni, che conta circa 200 indagati. Oltre al dipendente Asl sono indagati anche i titolari e i dipendenti di bar e ristoranti, accusati in molti casi, di aver solo pagato, senza pero' partecipare, i corsi obbligatori per il rilascio degli attestati.
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