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Pubblicato il 18/11/2013 20:08

Morte di Piermario Morosini, verso il rinvio a giudizio dei tre medici

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L'eventuale processo dovra' anche stabilire le responsabilita' di tipo legale nell'intervento

A distanza di oltre un anno e mezzo dalla tragica morte di Piermario Morosini, la procura di Pescara sarebbe pronta a chiedere il rinvio a giudizio dei tre medici rimasti indagati dopo la prima fase di inchiesta. Si tratta del medico del Livorno Calcio Manlio Porcellini, quello del Pescara Ernesto Sabatini e il responsabile del 118 presente allo stadio Adriatico Vito Molfese.
Tra gli indagati per omicidio colposo c'era in un primo tempo anche il primario dell'ospedale di Pescara Leonardo Paloscia, ma successivamente nei suoi confronti la procura ha fatto cadere le accuse.
Il pm Valentina D'Agostino nei prossimi giorni firmera' la richiesta al Gip che dovra' decidere se i 3 medici dovranno essere processati, ma la decisione di chiedere il procedimento, come si e' appreso oggi a palazzo di Giustizia, e' stata presa. Intanto il Gip non sara' Maria Michela Di Fine che ha guidato l'incidente probatorio dello scorso aprile: restano quindi come validi i nomi dei suoi colleghi Sarandrea, De Ninis o Sacco. Morosini mori' durante la partita di serie B Pescara -Livorno del 14 aprile 2012: l'autopsia accerto' che il calciatore lombardo era stato colpito da una cardiomiopatia aritmogena che gli aveva provocato l'arresto cardiaco alla meta' del primo tempo della partita.

Inutili i soccorsi, il giocatore fu dichiarato morto all'Ospedale di Pescara un'ora e mezzo dopo il collasso in campo. Le indagini dovevano accertare se nei soccorsi ci fosse stata negligenza da parte dei sanitari, specialmente per il mancato uso del defibrillatore. Ed e' appunto sull'uso del macchinario che si sono focalizzate le domande del Gip ai periti chiamati a spiegare i fatti durante l'udienza probatoria. Il pm D'Agostino ha preso la sua decisione dopo aver letto l'elaborato dei periti incaricati dal Gip Di Fine, Vittorio Fineschi, Francesco Della Corte e Riccardo Cappato: i periti nella loro relazione hanno stabilito che, fatta certa la causa della morte per cardiomiopatia aritmogena non riscontrabile con i normali esami clinici sportivi, i sanitari a titolo diverso tra di loro sarebbero responsabili dell'omesso uso del defibrillatore, il cui uso "avrebbe dato qualche chance in piu' di sopravvivere" a Morosini. L'eventuale processo dovra' anche stabilire le responsabilita' di tipo legale nell'intervento dei medici intervenuti intorno a Morosini e l'ipotesi di reato e' sempre quella di omicidio colposo. Nessun commento per ora da parte dei medici interessati.

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