"Ognuno di noi ha i suoi pensieri, ma c'e' chi li deve tenere per sè". Cosi' Marco Billi, giudice di primo grado della sentenza che due anni fa condanno' i sette esperti della Commissione Grandi rischi a sei anni di reclusione ciascuno per omicidio colposo e lesioni colpose per aver falsamente rassicurato gli aquilani e sottovalutato il rischio sismico cinque giorni prima del terremoto del 6 aprile 2009. Sentenza quasi completamente smantellata dalla Corte d'Appello nel processo di secondo grado dove sono stati assolti da ogni accusa sei scienziati perche' il fatto non sussiste e condannato a due anni di carcere l'ex vice capo dipartimento della Protezione civile Bernardo De Bernardinis. Billi non puo' fare dichiarazioni a commento della sentenza, come impone il suo ruolo: "Il processo e' in corso, non posso dire una parola. Quando sara' finito magari parlero'", afferma, ricordando comunque che "le sentenze vanno lette perche' oggi abbiamo solo il dispositivo. Magari le motivazioni dei colleghi sulle assoluzioni saranno ottime e convincenti. Le leggero' non appena verranno depositate". Un pensiero, infine, ai familiari delle vittime. "Da giudice non mi permetto di schierarmi, sono stato e resto super partes perche' quello e' il mio ruolo. Come cittadino sono vicino come tutti alle famiglie delle vittime per quello che hanno subi'to, mi tolgo il cappello come credo abbiano fatto anche gli imputati".
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