"E' apparso molto dispiaciuto per la morte di Pavone e ribadisce ancor con piu' forza la sua innocenza", secondo il suo legale, Vincenzo Gagliardi, l'uomo finito in carcere perche' accusato di aver sparato a Carlo Pavone, l'ingegnere di Montesilvano che il 30 ottobre del 2013 era stato raggiunto da un proiettile alla testa in strada. A riferirlo e' il legale dell'uomo, l'avvocato Renzo Colantonio, che oggi ha incontrato il suo assistito per la prima volta dopo la morte di Pavone. "Sperava che l'ingegnere si potesse riprendere - spiega il difensore - perche' cosi' lo avrebbe potuto scagionare confermando la sua innocenza. Per l'avvocato, Gagliardi e' "estremamente provato e non vede l'ora che si avvii il processo, affinche' venga fuori la verita'. L'unica serenita' che ha - sottolinea Colantonio - e' la sua innocenza, per il resto gli sembra di vivere un incubo". L'uomo ha ricevuto in carcere la notifica relativa all'incidente probatorio per l'autopsia. L'esame autoptico sul corpo di Carlo Pavone, infatti, verra' eseguito in regime di incidente probatorio. Gli esiti dell'autopsia rappresenteranno un atto irripetibile utilizzabile nell'ambito del processo. Dopo l'esame, il pm Anna Rita Mantini potrebbe riformulare il capo di imputazione a carico di Gagliardi e l'accusa diventerebbe di omicidio. L'ingegnere, ferito alla testa la sera del 30 ottobre 2013, e' morto domenica scorsa, dopo oltre un anno di coma. Dopo le incessanti indagini dei Carabinieri andate avanti per mesi, Gagliardi, amante della moglie di Pavone, e' stato arrestato lo scorso 28 maggio. Nei suoi confronti gli inquirenti hanno ricostruito un quadro accusatorio "grave e preciso".
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