In Abruzzo il parto indolore e' assicurato solo in due ospedali: in quello di Sant'Omero e al Santissima Annunziata di Chieti. Nelle altre strutture sanitarie le gestanti devono sborsare mille euro per avere la possibilita' di partorire con il sistema epidurale che esiste da moltissimi anni e che si e' dimostrato molto efficace e sicuro dal punto di vista medico-scientifico, consentendo di ridurre o eliminare in via analgesica i dolori legati al travaglio e al parto nella sua globalita'.
Tutto cio' nonostante da sei mesi sia stata approvata la legge regionale che ha sancito il riconoscimento per 'ogni donna in stato di gravidanza il diritto a un parto fisiologico che eviti o riduca la sofferenza usufruendo gratuitamente della partoanalgesia epidurale'. La norma e' stata presentata dal consigliere regionale e portavoce del gruppo del Popolo della liberta', Riccardo Chiavaroli, e sottoscritta anche dai consiglieri Nicoletta Veri' (Misto) e Walter Di Bastiano (Pdl) per garantire alla donna 'la scelta di sicurezza medica e serenita' in uno dei momenti piu' belli della sua vita'.
Il servizio, salvo le due eccezioni richiamate, e' effettuato 'intramoenia': in sostanza, l'anestesista incaricato si comporta come un professionista privato e riceve un compenso che in parte deve poi versare alla Asl di competenza dell'ospedale nel quale ha praticato la puntura epidurale. Il problema sarebbe legato al sottodimensionamento degli organici medici specializzati a fronte di un numero di nascite elevato e quindi il balzello di mille euro e' praticamente inevitabile. Anche il presidente della Regione e commissario per la sanita', Gianni Chiodi, nello scorso mese di gennaio aveva annunciato che l'Abruzzo, grazie alla norma licenziata dall'assemblea regionale, sarebbe diventato 'all'avanguardia in questo contesto culturale e sociale nell'affermazione dei diritti delle donne'. Chi non puo' permettersi di partorire senza sofferenze deve fare ricorso al parto cesareo, effettuato in anestesia totale.
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