E' attesa per oggi la sentenza di primo grado per i tredici imputati dell'inchiesta Green Connection di Pescara. Dopo sette anni di attesa si sapranno le decisioni del giudice in merito alle accuse di associazione a delinquere, turbativa d'asta, abuso d'ufficio, falso, incendio e violenza privata.
Secondo i pm a Pescara ci sarebbe stata una «spartizione a tavolino di lavori e servizi pubblici» appaltati al Comune di Pescara per la manutenzione del verde, con accordi sui ribassi d'asta per aggiudicarsi il bando di gara.
Il pm Salvatore Campochiaro ha chiesto per l'ex assessore comunale dell'Italia dei Valori nella giunta D'Alfonso, Rudy D'Amico, cinque anni di reclusione. Per l'accusa sarebbe stato lui uno dei vertici dell'organizzazione. D'Amico si dimise subito dopo lo scoppio dello scandalo. Per l'ex dirigente comunale Vincenzo Cirone e per l'ex presidente della cooperativa sociale Edil Pennese, Franco D'Alonzo, il pm Campochiaro ha chiesto la condanna rispettivamente per cinque anni e sei mesi di reclusione e per cinque anni e due mesi.
D'Alonzo però, ha sostenuto in aula il pm, non sarebbe stato il mandante degli incendi ai danni delle auto di Gianfranco Acerbo. Ad ideare il gesto intimidatorio, ha sostenuto l'accusa, sarebbero invece stati Francesco Di Simone e Rocco Celsi che rischiano ora, rispettivamente, quattro e tre anni, così come Damiano Madeo, indicato come l'esecutore materiale dell'episodio accaduto la notte del 13 febbario 2005, che rischia una condanna a tre anni. Nella vicenda sarebbe stata coinvolta anche Natascia Di Clemente, accusata di favoreggiamento per aver cercato di coprire il reato. Per lei il pm ha chiesto otto mesi di reclusione.
È stata invece chiesta l'assoluzione dall'associazione a delinquere per l'ex dirigente comunale Giampiero Leombroni e per l'ex funzionario Costantino Rapattoni (per quest'ultimo c'è l'accusa di abuso d'ufficio per cui il pm ha chiesto una condanna a dieci mesi).
Per Leombroni c'è però l'accusa di falso e la richiesta di condanna di 3 anni e 4 mesi.
Nella vicenda Green Connection sono rimasti coinvolti anche un altro ex dirigente comunale, Pierpaolo Pescara, l'assessore provinciale all'epoca responsabile della cooperativa sociale «La Cometa» Tiziano la Rovere e l'ex presidente della cooperativa Progetto Lavoro Nicola Palmieri. Per loro Campochiaro ha chiesto una condanna rispettivamente a dieci mesi, 3 anni e nove mesi, un anno, e due anni e sei mesi. Sono invece finiti in prescrizione invece i reati contestati all'ex dirigente Pierluigi Carugno. Parte lesa, nell'intera vicenda, sarebbe dunque il Comune di Pescara.
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