Un banchetto e un megafono per esprimere la sua rabbia e indignazione contro un'ordinanza della Corte dell'Aquila che ha bloccato il rimpatrio in Italia di suo figlio, sottratto dalla madre 7 anni fa, portato a Bucarest e da allora mai piu' rientrato nel nostro Paese. Cosi' protesta davanti al Csm S. L. , padre di un bambino di sette anni e mezzo e che da anni sostiene una battaglia giudiziaria per poter riabbracciare suo figlio. A luglio di quest'anno il tribunale civile di Teramo gli ha dato ragione, riconoscendogli l'affido esclusivo e ordinando con sentenza definitiva l'immediato rimpatrio in Italia del figlio. E il 3 dicembre il tribunale di Bucarest ha ordinato l'esecuzione di quella decisione; ma il ritorno in Italia e' stato bloccato dalla Corte d'appello dell'Aquila con un'ordinanza "scarna e incompleta" e con la quale, secondo S.L. si e' resa "inaccettabilmente complice di una sottrazione di minore che dura da piu' di sette anni". L'uomo e' deciso a portare avanti la sua protesta ad oltranza. Al suo fianco gli attivisti dell'associazione Nonne e nonni penalizzati dalle separazioni.
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