Una vecchia auto color giallo canarino, ammaccata e stranamente adagiata contro il cancello d'ingresso, con le ruote su una scalinata; un cagnolino legato nel cortile che abbaia a chiunque si avvicini; ovunque i segni della sua passione, la lavorazione del legno. Appare cosi' l'abitazione del 70enne di Elice che l'altra sera si e' sparato al volto, in casa, e il cui corpo e' stato trovato ieri. E' proprio nell'abitazione, una villetta rustica che si trova lungo la strada che porta in paese, tra le colline del Pescarese, che l'uomo e' stato trovato morto. Ha deciso di farla finita con un fucile calibro 12 regolarmente detenuto, nella sua camera da letto. Poco distante c'e' un'altra abitazione, dove risiede una vicina di casa, da sempre amica dell'uomo. ''L'ultima volta l'ho visto lunedi' pomeriggio, probabilmente poco prima del gesto estremo - racconta la donna -, ma non mi e' sembrato strano. Lo conoscevo da trent'anni, viveva qui da sempre. Si era separato dalla moglie ormai venti anni fa e con i due figli, che vivono con la madre in Liguria, ha mantenuto un buon rapporto. Spessissimo caricava la macchina e li raggiungeva a Sanremo. Aveva costruito questa casa per tutta la famiglia, ma i figli non stavano volentieri qui in Abruzzo''. La donna lo ricorda come una persona ''solare, allegra, di compagnia. Insieme ci siamo fatti un sacco di risate - dice -, ma al tempo stesso era evidente che soffrisse di una grande solitudine; legava con tutti, ma era una persona sola''. Anche nel bar Venere, una delle principali attivita' del paese, dove l'uomo andava quasi tutti i giorni, i clienti presenti lo ricordano come una persona ''allegra e gentile''. ''Entrava ed ordinava la sua birra - raccontano i frequentatori del bar -, attaccava bottone con tutti''. In paese non si parla d'altro, ma nessuno si sofferma sulle motivazioni che hanno spinto l'uomo a togliersi la vita.
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