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Pubblicato il 21/09/2012 16:04

Spaccio nell'aquilano, venti arresti dei carabinieri

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Maxi operazione nella Marsica

Cento Carabinieri del Comando provinciale dell'Aquila hanno stroncato una ramificata rete di spaccio di sostanze stupefacenti nella Marsica. Venti le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di  persone in gran parte di origine marocchina, abitanti a Luco dei Marsi.

Le persone raggiunte dal provvedimento di custodia riguardano in gran parte marocchini abitanti a Luco dei Marsi, tutte ritenute a vario titolo responsabili di aver posto in essere, nell'ambito del territorio dei comuni ricadenti nel bacino del "Fucino", una organizzazione finalizzata allo spaccio di consistenti quantita' di sostanze stupefacenti. L'attivita' di polizia giudiziaria convenzionalmente denominata "EMPTY DEN" e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano, e' stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di Avezzano, supportati, nella fase esecutiva, da militari del Reparto Operativo e delle Compagnie dipendenti dal Comando Provinciale dell'Aquila. Sono state inoltre eseguite una trentina di perquisizioni domiciliari anche nei confronti di altri soggetti che, pur non colpiti dal provvedimento cautelare sono comunque indagati nel medesimo contesto investigativo. 

L'indagine ha permesso di mettere in luce un contesto delinquenziale organizzato ed articolato nel quale operavano fattivamente circa 30 soggetti. Complessivamente sono stati oltre 150 i capi d'imputazione contestati nei confronti degli indagati, anche con riferimento a singole attivita' di smercio di sostanza stupefacente. La prova dell'attivita' criminale svolta sono gli oltre 120 grammi di cocaina, complessivamente sequestrati ed i 50.000 euro circa rinvenuti, quale provento dell' illecito mercato. 

 L'indagine, con diverse attivita' anche dall'alto contenuto tecnologico, e' stata avviata nel mese di gennaio 2011 sulla scorta di convergenti spunti investigativi emersi a seguito di alcuni arresti di stranieri di origine marocchina, alcuni dei quali hanno assunto un ruolo preponderante nell'ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti nel comprensorio della Marsica, avendo come base operativa Luco dei Marsi. E' proprio in tale ambito che le indagini hanno permesso di individuare delle particolari personalita' criminali capaci di gestire il traffico di stupefacenti anche grazie ai contatti, di piu' alto livello, con personaggi dell'area lombarda, che garantivano l'approvvigionamento della droga da immettere nel mercato marsicano, divenuto molto fertile. Ovviamente - hanno fatto notare i carabinieri - non e' da sottacere che l'appartenenza ad una unica etnia ha favorito l'operativita' delle persone coinvolte, anche per lo stato di clandestinita' che ha caratterizzato alcuni immigrati irregolari.Proprio per questo, per lo specifico idioma utilizzato nel corso delle conversazioni captate e per la difficolta' di penetrazione all'interno di un particolare tessuto sociale, gli accertamenti si sono sviluppate con molta difficolta'. Le indagini hanno pero' fatto emergere anche il coinvolgimento di soggetti italiani residenti, oltre che a Luco dei Marsi, anche a Cerchio, Celano, San Benedetto dei Marsi ed in alcuni comuni della Valle Roveto. Alcuni di loro, dopo aver acquistato lo stupefacente dagli extracomunitari, lo dettagliavano ulteriormente cedendolo, ovviamente a pagamento, ad altri assuntori. Le indagini hanno inoltre permesso di ricostruire l'aggressione subita, il 2 giugno 2011, da un Appuntato della Stazione Carabinieri di Luco dei Marsi. Gli autori, tutti identificati, avrebbero agito nel tentativo di consentire la fuga ad un complice che era stato bloccato dal militare e trovato in possesso di circa 5 grammi di cocaina.

In quella circostanza, il militare, pur avendo subito lesioni, come conseguenza della violenza patita, riusciva, anche grazie all'apporto di altro militare, ad arrestare lo spacciatore e a sequestrare lo stupefacente. Le indagini hanno, inoltre, consentito di acquisire nuove informazioni sulle metodiche di occultamento della droga, adottate proprio per depistare i militari operanti ed evitare di perdere la preziosa fonte di illecito arricchimento. Questa e', ad esempio, la chiave di lettura del rinvenimento di oltre 80 grammi di cocaina e di 42.500 euro in contanti, occultati tra la vegetazione dei "Piani dei Palentini", della frazione Cese di Avezzano, ad una certa distanza da Luco dei Marsi, dove i controlli dei Carabinieri si erano fatti per i criminali eccessivamente pressanti, tanto da rendere i luoghi di normalmente occultamento poco sicuri per gli scopi criminali. Le indagini hanno, altresi', consentito di acclarare il possesso, da parte di uno degli indagati, di una pistola con la quale aveva anche minacciato di morte un connazionale sospettato di avere sottratto, all'organizzazione, stupefacente e denaro (invero sequestrato dai Carabinieri). Stamane si e' dunque conclusa l'attivita' di indagine, con l'esecuzione di una ordinanza di misure cautelari nei confronti di 20 persone (16 colpite da custodia cautelare in carcere, 1 destinataria di arresti domiciliari e 3 persone gravate dal obbligo di dimora nel comune di residenza). Sono state complessivamente eseguite 14 misure cautelari e sono ancora attivamente ricercati 6 soggetti alcuni dei quali, gia' individuati, risultano avere di recente lasciato l'Italia per il proprio paese d'origine. L'operazione sul campo e' stata condotta mediante l'impiego di un dispositivo composto da circa 80 militari del Comando Provinciale nonche' da Unita' Cinofile antidroga e da un velivolo proveniente da Pratica di Mare. Nello stesso contesto sono state eseguite, complessivamente, circa trenta perquisizioni domiciliari anche nei confronti degli altri soggetti indagati, tutti appartenenti alla medesima organizzazione. Nel corso delle perquisizioni domiciliari e a seguito di queste sono state rinvenute 9 ampolle di cocaina, 16.000 euro complessivi e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. E' stata anche rinvenuta su un balcone una bomba carta del peso di oltre un etto, opportunamente nascosta sul balcone dell'abitazione presumibilmente pronta all'uso in caso di necessita'. Gli elementi rinvenuti, oltre ha consolidare il complessivo impianto accusatorio, aggraveranno ulteriormente la posizione di alcuni imputati.

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