"Non ho sparato, non ho partecipato all'aggressione e non ho visto nulla". Si e' difeso cosi' davanti al gip del Tribunale di Pescara, N.C., il 34enne trovato nei pressi della sparatoria avvenuta domenica pomeriggio in via Lago di Capestrano, nel capoluogo adriatico, in cui e' rimasto ferito un pugile di 33 anni gia' noto alle forze dell'ordine. La vittima, che e' stata colpita alle gambe, dopo una lite con diverse persone, avrebbe indicato l'arrestato come uno dei partecipanti all'aggressione. L'indagato, assistito dall'avvocato Roberto Serino, ha raccontato al giudice che domenica mentre stava rientrando nel portone di casa insieme alla moglie e ai figli ha sentito dei rumori simili a degli spari. A quel punto sarebbe uscito fuori ma poi giunto a meta' strada avrebbe preferito tornare indietro per evitare di mettersi nei guai. Due persone affacciate alla finestra avrebbero visto questa scena riferita dall'arrestato al gip. Una donna che avrebbe assistito all'agguato del pugile avrebbe detto agli investigatori che la persona che avrebbe sparato era alta 1.70 cm, tarchiato e indossava un tuta blu. L'arrestato e' molto robusto, indossava una tuta blu ma e' alto oltre 1.80. Il 34enne, subito dopo l'aggressione, e' stato sottoposto alla prova dello stub e la tuta e' stata sequestrata dagli investigatori. L'avvocato Serino ha presentato per il suo assistito, che si trova in carcere con l'accusa di concorso in tentato omicidio e porto abusivo di arma, la richiesta della misura cautelare ai domiciliari. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana, sono coordinate dal pm della Procura di Pescara Barbara Del Bono.
Il gip Nicola Colantonio ha convalidato l'arresto e ha disposto che l'indagato resti in carcere.
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