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Pubblicato il 12/03/2013 10:10

Striscia la notizia a Chieti visita la Clinica Pediatrica

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Intervista al professor Chiarelli sul Centro di Eccellenza di Auxoendocrinologia Pediatrica

Mercoledì 13 marzo la troupe di "Striscia la Notizia" sarà a Chieti presso il Servizio Regionale di Auxoendocrinologia Pediatrica della Clinica Pediatrica dell'Ospedale di Chieti per parlare di Obesità infantile, nell'ambito della rubrica ‘Aiutati che il ciel t'aiuta'. Il Professor Chiarelli, Direttore della Clinica Pediatrica, rilascerà una intervista che sarà trasmessa domenica prossima. 

Chiarielli ha anticipato al sito dell'università "d'Annunzio", una parte dei contenuti di questa intervista che sarà trasmessa su Canale 5. "L'obesità infantile - dice Chiarelli -  è molto frequente nei bambini italiani: circa un bambino su 3 è sovrappeso o obeso, cio' soprattutto nelle Regioni del Centro-Sud. In Abruzzo circa il 40% dei bambini è obeso. L'obesità viene definita facendo riferimento ad un rapporto, l'indice di massa corporea (BMI), tra il peso in chilogrammi e l'altezza in metri quadri. Poiché il bambino è un soggetto in continuo accrescimento e ogni popolazione ha suoi caratteristici valori di statura e peso corporeo, è preferibile ricorrere per la sua definizione ai percentili.E importante che i cittadini sappiano che il 98% delle forme di obesità è di tipo essenziale, ossia legata ad uno stile di vita errato, in termini di dieta alimentare ed esercizio fisico. Perciò, presa coscienza che il nostro bambino è obeso, è fondamentale imporsi e imporre all'intero nucleo familiare un cambiamento delle abitudini di vita. Deve essere il genitore innanzitutto a comprendere l'importanza del cambiamento da adottare in prima persona, per coinvolgere poi anche il bambino. E' necessaria una consulenza auxologica ed endocrinologica pediatrica, con l'obiettivo di stabilire uno schema alimentare adeguato alle esigenze di crescita e maturazione del bambino".
Secondo il professore dell'ateneo "d'Annunzio", "E' importante un intervento attivo, attraverso uno schema alimentare appropriato per calorie e quantità di carboidrati, proteine e lipidi alle esigenze del bambino in crescita e una sana attività sportiva quotidiana, con almeno 30-40 minuti di esercizio aerobico. Questo stile di vita deve essere attuato da tutti gli elementi della famiglia, e un aiuto può derivare dal coinvolgimento anche di eventuali fratelli o sorelle, anche al fine di prevenire in loro lo sviluppo di obesità. E' molto importante combattere la obesità infantile perché un bambino obeso rischia di sviluppare nel tempo resistenza all'insulina con intolleranza glucidica, fino al diabete mellito conclamato; aumento dei valori pressori basali fino all'ipertensione; steatosi epatica e steatoepatite non alcolica (NASH); dislipidemia; difficoltà respiratoria, come asma, sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS) e altre roncopatie; calcolosi biliare; danno scheletrico da aumentato carico; glomerulopatia renale e disturbi psichiatrici (depressione, ansia, minor autostima)".
Fondamentale, secondo Chiarelli, anche l'attività fisica: "E' importante anche stimolare il bambino - dice - e la famiglia alla attività fisica; l'attività fisica aerobica quotidiana, 30-40 minuti di esercizio continuo e regolare, è di per sé sufficiente per controllare e stabilizzare il peso del bambino, in associazione ad una dieta equilibrata appositamente prescritta. E' molto importante che i genitori (ed i nonni) dei bambini, il personale di asili e scuole, i centri sportivi, le associazioni di volontariato ed i cittadini tutti siano consci della gravità dell'obesità nei bambini che può anche predisporre al diabete, alle malattie cardiovascolari ed anche ad alcuni tumori (ad esempio colon e mammella) da adulti ."

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