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Pubblicato il 13/04/2015 15:03

Stroncata rete di spacciatori nella Marsica

Stroncata un' organizzazione finalizzata allo spaccio di droga nella Masica. I Carabinieri del Comando provinciale di L'Aquila hanno dato esecuzione a una serie di provvedimenti cautelari nei confronti di cittadini marocchini abitanti nei comuni di Avezzano, Trasacco, San Benedetto dei Marsi, Ortucchio nonche' nella Capitale e Napoli, tutte ritenute a vario titolo responsabili di aver posto in essere, nell'ambito del territorio dei comuni ricadenti nel bacino del "Fucino", un'organizzazione finalizzata allo spaccio di consistenti quantita' di sostanze stupefacenti. L'attivita' di polizia giudiziaria, convenzionalmente denominata "Man of Light" e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L'Aquila - D.D.A., e' stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Avezzano supportati, nella fase esecutiva, da militari delle Compagnie di Tagliacozzo e Sulmona nonche' da Unita' Cinofile antidroga e da un velivolo proveniente da Pratica di Mare. 

L'attivita' di polizia giudiziaria denominata "Man of light", (uomo di luce) per indicare al telefono la presenza dei carabinieri vicino alle basi dello spaccio della droga, e' stata diretta dal pm Stefano Gallo. I contenuti sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa dal colonnello Giuseppe Donnarumma e dai comandanti della Compagnia carabinieri di Avezzano e di Tagliacco. L'indagine ha permesso di mettere in luce un contesto delinquenziale organizzato ed articolato nel quale operavano circa 75 soggetti. Complessivamente sono stati oltre 250 i capi d'imputazione contestati nei confronti degli indagati, anche con riferimento a singole attivita' di smercio di sostanza stupefacente. A riscontro e prova dell'attivita' criminale svolta, sono stati complessivamente sequestrati 510 grammi di cocaina oltre a 12 chilogrammi di hashish, insieme alla somma di circa 20 mila euro, quale provento dell'illecito. L'indagine, con attivita' di intercettazioni telefoniche e' stata avviata nel mese di dicembre 2011 sulla scorta di convergenti spunti investigativi emersi a seguito di alcuni arresti di stranieri di origine marocchina, alcuni dei quali, con ruoli preponderanti nell'ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti nel comprensorio della Marsica, con base operativa nei comuni di San benedetto dei Marsi, Trasacco e Luco dei Marsi. E' proprio in tale ambito che le indagini hanno permesso di individuare delle particolari personalita' criminali capaci di gestire il traffico di stupefacenti anche grazie ai contatti, di piu' alto livello, con personaggi dell'area lombarda e romana, che garantivano l'approvvigionamento della droga da immettere nel mercato marsicano, divenuto molto fertile. Per lo specifico idioma utilizzato dagli arrestati nel corso delle conversazioni captate e per la difficolta' di penetrazione all'interno di un particolare tessuto sociale, gli accertamenti si sono sviluppati con non po ca difficolta'. Le indagini hanno pero' fatto emergere anche il coinvolgimento di soggetti italiani residenti nell'intera area marsicana. Alcuni di loro, dopo aver acquistato lo stupefacente dagli extracomunitari, lo dettagliavano ulteriormente cedendolo, ovviamente a pagamento, ad altri assuntori

 Nel corso dell'attivita' investigativa, i carabinieri hanno rinvenuto ingenti quantitativi di cocaina e hashish occultati tra la vegetazione dei terreni agricoli della piana del Fucino, dove i controlli delle forze di polizia non possono essere frequenti come nelle aree urbane. Dalle indagini e' cos' emerso il radicamento di tre distinti gruppi delinquenziali di cittadini extracomunitari di origine marocchina dediti all'illegalita' in genere che, quasi naturalmente, diventano interlocutori dei tossicodipendenti del luogo per l'acquisto quotidiano delle dosi. Tali gruppi, tutti insistenti nel bacino marsicano, erano ben strutturati, con posizioni verticistiche, chiare gerarchie e una perfetta divisione di compiti. I componenti si dividevano in capi, cassieri, magazzinieri e corrieri. Ricevevano le richieste dei tossicodipendenti del luogo e, quando non potevano soddisfarle direttamente, si rivolgevano a connazionali impegnati nello stesso illecito settore, in grado in quel momento di rifornirli, creando di fatto una enorme funzionale rete di spaccio. I clienti erano principalmente cittadini dell'abitato in cui i diversi gruppi risiedevano e quest'ultimi davano prova di conoscere molto bene il territorio, come muoversi, di chi diffidare. L'indagine ha portato alla luce innumerevoli episodi di spaccio e numerosissimi responsabili (una settantina di singoli indagati quasi esclusivamente extracomunitari), individuando tre principali gruppi di spacciatori con le caratteristiche genetiche di un'associazione dedita al traffico di stupefacenti. I gruppi erano cosi' costituiti: Un primo facente capo a E.G.T., composto da E.G.T. 28enne, L.I. 24enne, L.M. 26enne, con base operativa a San Benedetto dei Marsi; un secondo facente capo a K.M., composto da K.M. 34enne, dai suoi fratelli K.A. 21enne e K.N.E. 37enne, dai genitori J.S. e K.M. entrambi 59enni, dal cugino 26enne J.T. (nipote di J.S.), dallo zio 45enne J.S. (fratello di J.S.), da R.K. 36enne e dalla moglie, S.B., con base operativa a Trasacco; ed infine un terzo gruppo facente capo al 51enne A.A. e dal fratello 38enne A.R., composto anche dai connazionali D.M. 35enne e A.H. 29enne, luogo di elezione dell'attivita' di spaccio e' Luco dei Marsi ove gli extracomunitari risiedono. Secondo gli investigatori i canali di rifornimento dello stupefacente erano Milano e Roma. In quest'ultimo caso, T.S., 54enne domiciliata a Roma, avrebbe svolto il ruolo di grossista di sostanze stupefacenti, alla quale i gruppi si rivolgevano per il rifornimento di considerevoli quantitativi di hashish. Ai 7 provvedimenti cautelari eseguiti oggi sono da aggiungere ulteriori 15 soggetti tratti in arresto nella flagranza di reato per spaccio di stupefacenti nel corso delle attivita' d'indagine, portando il risultato dell'operazione a 35 arresti complessivi. Gli arrestati sono stati tradotti presso le carceri di Avezzano, Teramo, Roma e Napoli Poggioreale

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