Ergastolo e sei mesi di isolamento diurno piu' la perdita della patria potesta' per Burhan Kapplani, il 49enne imprenditore albanese che il 17 gennaio 2013 uccise a colpi di pistola alla periferia est dell'Aquila l'ex moglie Orietha Boshi e il nuovo compagno di lei Sheptim Hana, all'epoca rispettivamente di 36 e 39 anni. Si tratto' di una vera e propria esecuzione gia' programmata, secondo la Procura (pm David Mancini) che ha contesta allo straniero il reato di omicidio plurimo premeditato. La sentenza, che ha ricalcato le richieste dell'accusa, e' stata emessa dalla Corte d'Assise presieduta dal giudice Giuseppe Grieco, a latere Italo Radoccia, oltre ai sei giudici laici. L'imputato, padre di quattro figli, non si era rassegnato alla disgregazione della famiglia e al fatto che la sua ex si sarebbe risposata di li' a qualche mese. Si presento' armato nel parcheggio del supermercato 'Md' di Bazzano dove si trovavano i suoi obiettivi.
Esplose colpi mortali contro l'ex moglie che mori' subito. La donna si trovava in auto con la propria madre che rimase incolume. Il suo nuovo compagno tento' la fuga a piedi ma venne ucciso da un proiettile di un'arma di piccolo calibro, una 7.65, che lo raggiunse alla nuca. La pistola, fu poi accertato, era stata rubata sin dal 2010 in una casa inagibile, a causa del terremoto, nel quartiere del Torrione.
L'imputato si allontano' lentamente a piedi ma fu subito catturato dai carabinieri. Da allora e' sempre rimasto in carcere nonostante le richieste di detenzione domiciliare che sono state sempre respinte dal giudice per le indagini preliminari e poi dal Tribunale del Riesame anche per via del pericolo di fuga nel suo Paese che i magistrati hanno sempre ritenuto verosimile. Le parti civili che hanno chiesto e ottenuto di entrare nel processo sono i 3 figli della donna uccisa, i genitori della donna ed il fratello della stessa
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