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Pubblicato il 29/01/2013 23:11

Viaggio tra gli chef aquilani che non chiudono

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In prima linea Marta Buzzanca, pluripremiata per la sua cucina

 

C'e' chi resiste nel centro storico dell'Aquila, ostinandosi a tener accesi i fornelli. Degli itinerari gastronomici della citta' golosa, a quasi quattro anni dal sisma, non c'e' quasi piu' traccia.

Confcommercio calcola che nel 2008, entro il perimetro di 1 km e mezzo delle mura storiche, operavano 80 tra ristoranti e pizzerie e circa 90 pub e bar. Oggi si contano sulla punta delle dita, con un fatturato annuo che non raggiunge 1.500.000 Euro, contro gli 11.000.000 di media del periodo pre-sisma. In via Leosini c'è Marzia Buzzanca, pluripremiata chef : che dopo aver perso nel terremoto l'avviato locale in via Bafile, nel luglio 2010, per prima, ha aperto Percorsi di Gusto, pizzeria-ristorante a due passi da piazza Paganica.

'I fili del telefono sono puntellati e quando piove le linee vanno in tilt', racconta Buzzanca, 'la luce salta e si rimane al buio, il gas mi e' stato riallacciato a novembre (fino ad allora ho avuto le bombole)'. Ma non ha intenzione di mollare. E tanta caparbieta' non ha lasciato indifferenti i colleghi chef. Al punto che Davide Oldani ha proposto di cucinare insieme. Da giugno 2011, grazie al passaparola, e' iniziata poi una serie di cene a quattro mani, che ha visto succedersi Heinz Beck, Ernesto Iaccarino, Niko Romito, Maurizio Santin e Mauro Uliassi.

Quindi la questione sicurezza. 'La viabilita' e' disastrosa, non fanno passare i mezzi, la gente teme che le puntellature non siano piu' sicure e non si avventura qui', si sfoga Gianfranco Etere, uno dei gestori di Gente di Mare, ristorante nuovo di zecca di via Garibaldi, riaperto nel gennaio 2012 dopo 3 anni di chiusura ma che si regge 'solo grazie alla convenzione pasti con gli operai che lavorano nei dintorni altrimenti avremmo gia' chiuso', continua Etere.

'Subito dopo il sisma molti hanno investito riaprendo i locali in chalet di legno in via della Croce Rossa, ai margini delle mura', spiega Michele Morelli, presidente Fipe provinciale e titolare del Gran Caffe' dell'Aquila. 'La movida aquilana si era trasferita qui e funzionava. Poi, all'insegna dell'agibilita' parziale che ancora non e' chiaro cosa sia, il comune ha convinto molti a tornare in centro: ma chi si e' trasferito, investendo altri soldi, e' incappato in ordinanze di chiusura per nuovi sciami sismici, neve o lavori urgenti. E cosi' la gente si e' spaventata e la zona non e' mai ripartita'. Nel frattempo le saracinesche continuano a calare: hanno chiuso l'Irish pub e, da pochi giorni, la Bavarese e l'Olimpia drink&store. E dopo 57 anni il mese prossimo il game over scattera' anche per il Bar Gran Sasso, vera istituzione di corso Vittorio

 

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