L'accorpamento tra le Camere di Commercio di Chieti e di Pescara e' un adempimento obbligatorio previsto da disposizioni normative. A ricordarlo e' con una nota l'ente camerale teatino che interviene nel dibattito politico che si e' aperto a Chieti dove il prossimo 31 maggio si votera' per il rinnovo del Consiglio comunale. ''Tra i passaggi chiave del testo del disegno di legge sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, approvato dal Senato lo scorso 30 aprile, e' prevista la razionalizzazione delle Camere di Commercio con una decisa riduzione del loro numero da operare attraverso accorpamenti che prevedono un minimo di 80 mila imprese iscritte per ogni sede, con una riduzione del numero dalle attuali 105 a non piu' di 60, salvaguardando la presenza di almeno una Camera di Commercio in ogni regione e tenendo conto delle specificita' geo-economiche dei territori e con la ridefinizione di compiti e funzioni", ricorda la Camera di Commercio di CHIETI che ha da poco rinnovato il vertice con l'elezione alla presidenza di Roberto Di Vincenzo. La Camera di Commercio di Chieti, al 31 dicembre 2014 ha 53.544 sedi di imprese registrate e, quindi, scrive l'Ente teatino nella nota "ha l'obbligo di procedere all'accorpamento con un'altra camera di commercio nel rispetto di precisi criteri, come l'affinita'-complementarieta' geo-economica, il rispetto della contiguita' territoriale, il richiamo alla dimensione identitaria, culturale e storico-geografica dei territori che potrebbe ulteriormente rafforzare le motivazioni che sorreggono gli accorpamenti ed infine il rispetto dei principi di sostenibilita' economica alla luce della riduzione del diritto annuo". "Su quest'ultimo punto - conclude la nota - va rimarcato che il processo di riforma delle camere di commercio, che dovra' essere attuato entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge delega, riconferma, inoltre il taglio del diritto annuale, dovuto dalle imprese alle Camere di Commercio, del 35% per l'anno 2015, del 40% per il 2016 e del 50% per il 2017. L'evoluzione normativa, quindi, inerente il riordino del sistema camerale e' ormai pienamente in atto e trova incardinamento nel disegno di Legge delega sopra richiamata''.
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