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Pubblicato il 21/01/2014 22:10

Chieti, manifestazione dei commercianti

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Ci sarà la simbolica consegna delle chiavi delle attivita' commerciali ed artigianali

''Vogliamo lavorare e creare lavoro, non vogliamo morire di tasse'' e' lo slogan che accompagnera' domani la manifestazione in piazza a Chieti in corso Marrucino delle piccole imprese della provincia contro l'impennata delle tasse locali, manifestazione che avra' il suo momento piu' significativo nella simbolica consegna delle chiavi delle attivita' commerciali ed artigianali. L'iniziativa e' promossa dalle presidenze provinciali di Confesercenti, Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confcommercio: in provincia di Chieti sono attive oltre 41 mila piccole e medie imprese che danno lavoro a quasi 100 mila persona.

''Siamo consapevoli della difficolta' di bilancio delle amministrazioni comunali, chiamate a far fronte a tagli continui da parte dello Stato centrale. Ma siamo altrettanto consapevoli che non possiamo essere noi, piccoli imprenditori del commercio, del turismo, dell'artigianato, dei servizi, a fare da bancomat per i Comuni della provincia di Chieti - si legge fra l'altro nel documento. Il ruolo, invece, al quale siamo chiamati oggi e' proprio questo: dare soldi ai Comuni. Sotto forma di tasse, imposte, canoni, balzelli di ogni natura, cresciuti in alcuni casi ed in alcuni Comuni, come lo stesso capoluogo di provincia, fino al 300 per cento. E' evidente che si tratta di aumenti insostenibili e incivili, che minano il gia' estremamente precario rapporto di fiducia fra le istituzioni e le imprese, e che rischiano di dare seriamente il colpo finale all'economia delle nostre città".

"E' evidente - prosegue il documento - che sottrarre quel poco di liquidita' che le aziende mantengono per sopravvivere, equivale a condannarle a morte nel giro di pochi mesi. Ci sono Comuni che lo hanno compreso: altri no. Ed e' per questa ragione che oggi, simbolicamente, riconsegniamo proprio al Comune le chiavi delle nostre attivita'. Ai Comuni della nostra provincia poniamo dunque una domanda - conclude il documento: dopo averci sottratto queste ultime risorse, dopo averci fatto chiudere, a chi chiederete di pagare in una unica soluzione cartelle esattoriali aumentate del 300 per cento? Con quali risorse continuerete a mantenere le vostre strutture amministrative? Chi paghera' i servizi dei cittadini?''.

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