'Il nostro sistema produttivo e' disgregato, l'Abruzzo e' letteralmente in ginocchio e, proprio per questo, e' necessario che vi sia la consapevolezza, ora inesistente, da parte della politica e delle istituzioni di quanto sta accadendo'. A lanciare l'allarme e' la Fiom-Cgil Abruzzo, che chiede l'immediata attivazione di un 'tavolo di confronto, che parta da qui per arrivare poi a livello nazionale'.
La federazione, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, ha anche annunciato una serie di iniziative sul territorio regionale, oltre alla partecipazione alla manifestazione nazionale prevista per giovedi' a Roma per protestare contro le misure adottate dal Governo Monti. Nello stesso giorno e' stato organizzato uno sciopero di otto ore a Teramo e, il giorno successivo, uno di due ore a Chieti.
In attesa dei dati regionali, la Fiom ha ricordato alcuni dati provinciali del settore in Abruzzo: 'nel Teramano, zona in cui solo un paio di aziende sono grandi, ci sono circa 1.800 persone in cassa integrazione, tra ordinaria e straordinaria; nell'Aquilano, se si esclude la Micron che, nonostante la cig, regge dal punto di vista occupazionale, non c'e' un'azienda che non sia in cassa integrazione; nel Pescarese, su diecimila lavoratori metalmeccanici il 60% e' in cig ordinaria e il 35% in cig straordinaria, con la perdita di circa 500 posti di lavoro'.
'Oltre alle questioni nazionali - ha aggiunto - ce n'e' una piu' specifica, tutta abruzzese: gli slogan che parlano di un Abruzzo risanato stridono totalmente con la situazione catastrofica in cui viviamo. Cose succederebbe nella nostra regione se, ad esempio, ci dovesse abbandonare la Honda o se la Sevel dovesse andare in crisi?' si e' chiesto Di Matteo.
"L'Abruzzo vive di indotto auto e moto. Proprio per questo il Campus Automotive per noi e' vitale e la sua realizzazione e' prioritaria. Dobbiamo partire al piu' presto, ma la Giunta regionale non ha ancora approvato la delibera attuativa e noi non capiamo perche''. Lo hanno affermato il segretario regionale della Fiom e quello provinciale chietino, Nicola Di Matteo e Marco Di Rocco, nel corso di una conferenza stampa a Pescara.
'Ci sono circa 34 milioni di euro gia' deliberati dal Cipe ed approvati dalla Corte dei Conti - hanno ricordato i sindacalisti -. Se il Campus fosse stato realizzato nel 2007, la situazione in regione ora sarebbe diversa. E' necessario recuperare il terreno perso e procedere su questa strada, perche' cosi' l'Abruzzo potrebbe divenire un punto di riferimento per il centro-Sud Italia. E' un'occasione che non possiamo lasciarci sfuggire'.
'Le grandi multinazionali - hanno sottolineato i sindacalisti - restano in un territorio solo se quel territorio e' appetibile. Il campus e' uno di quegli elementi che fa decidere di rimanere. Il nostro appello - hanno concluso Di Matteo e Di Rocco - e' alla Giunta regionale, alla politica e alle istituzioni affinche' si sveglino e capiscano che l'industria e' fondamentale per l'Abruzzo'.
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