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Pubblicato il 21/05/2015 17:05

Ice-Prometeia, ripartono scambi mondiali, crescita a livelli 2005-2007 -

Andamento positivo e prospettive di rilancio per il commercio estero che torna a crescere del 5,6% nel 2015, arrivando a superare il 6% nel biennio 2016-2017. E' lo scenario che emerge dal XIII Rapporto Ice-Prometeia per il 2015-2017 che intende fornire agli operatori italiani un punto di riferimento sull'evoluzione della domanda internazionale e sui possibili scenari futuri, per orientare correttamente le strategie di internazionalizzazione delle imprese. E' finalmente un cambio di marcia per gli scambi internazionali considerando che per ritrovare una crescita oltre il 5% per tre anni consecutivi occorre tornare al periodo 2005-2007. Principale pivot restano gli Usa, l'Europa occidentale consolida la ripresa mentre segnali contrastanti giungono dai Paesi emergenti: si va verso una staffetta che sara' uno dei punti chiave del prossimo trienno. Opportunita' per l'Italia con l'export manifatturiero italiano che, nell'ultimo anno e' stato il piu' dinamico dopo la Cina e il nostro Paese che guadagna quote in 5 delle 9 aree analizzate (tra cui Europa e Nord America e Asia emergente)

Il cambio di passo per gli scambi internazionali, rileva il Rapporto Ice-Prometeia, e' ancor piu' evidente se rapportato alla dinamica attesa per il Pil mondiale; analogamente espansiva, ma su ritmi che sono la meta' di quello degli scambi. Gia' dal 2014 e' tornato ad aumentare il contributo alla crescita dei mercati maturi, con un traino particolarmente rilevante del Nord America. Gli Stati Uniti in particolare rappresentano il principale pivot del commercio internazionale anche nell'orizzonte di previsione (7,7% la crescita dell'import attesa per l'anno in corso), con una domanda di beni dall'estero sopra al dato medio del commercio estero nel periodo 2015-2016. Seppur a un ritmo di sviluppo inferiore anche i mercati dell'Europa occidentale consolideranno la ripresa in corso (4,8% medio annuo nel prossimo triennio). Segnali contrastanti arrivano invece dal mondo emergente che ha scontato nel 2014 il rallentamento cinese e nel periodo di previsione vedra' penalizzati soprattutto i grandi esportatori di materie prime. L'America Latina in particolare e l'Europa emergente, dove pesa la chiusura del mercato russo, subiscono un abbassamento del potenziale di crescita. Lo spostamento dell'attenzione tra emergenti e maturi sara' uno dei punti chiave per il prossimo triennio e anche le imprese italiane dovranno aggiornare i loro orizzonti mettendo in campo strumenti e strategie adatte al nuovo scenario. E dovranno poi confrontarsi con il fenomeno del 'consumatore globale". E' chiaro, secondo il Rapporto, che l'Italia del Made in Italy (+5,8% le prospettive di domanda internazionale nel triennio 2015-'17) e del 'granaio meccanico' (+6,4%) puo' beneficiare di entrambi i cambiamenti. Si tratta pero' di uno scenario complesso e di grande volatilita' chiama pero' le imprese anche a un salto culturale, quello dell'attrazione di investimenti dall'estero, dell'insediamento diretto, dell'inserimento in catene del valore globali, dell'utilizzo della rete, dello sviluppo di una cultura finanziaria dentro le imprese. 

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