Crollo del 20% per le vendite nel settore dell'abbigliamento, del 15% nell'intimo mentre si riduce del 10%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il volume di affari nel comparto pelletteria e degli articoli sportivi. In compenso, si confermano stabili le vendite nel settore calzature. Lo scontrino medio digitato e' stato pari a 100 euro. I dati emergono da un'indagine a campione condotta da Confcommercio a Chieti e provincia per tracciare un bilancio finale dei saldi invernali che sono stati archiviati ufficialmente lo scorso 5 marzo. Non c'e' stata l'auspicata corsa all'acquisto anzi, gli introiti non hanno affatto soddisfatto la categoria. Entrando nel dettaglio, il campione di 87 commercianti ascoltati da Confcommercio ha parlato di saldi invernali come di un 'flop', anche perche' le vendite hanno fatto segnare solo segni meno. L'abbigliamento guadagna la maglia nera con un eloquente -20% di introiti registrati in confronto allo stesso periodo dello scorso anno. Seguono a ruota l'intimo (-15%), gli articoli sportivi (-10%), la pelletteria (-10%) e il settore tessile-casa (-10%). Regge l'urto della crisi dei consumi il comparto delle calzature che conferma il volume di affari dello scorso anno. I capi piu' richiesti sono stati i capo spalla, i piumini, i cappotti, le borse e gli scarponcini. Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti, ribadisce l'esigenza di una rivisitazione del format della stagione degli sconti, con una partenza posticipata rispetto a quanto avvenuto finora ed un periodo concentrato in un mese al massimo. ''Lunedi' - annuncia Tiberio - e' in programma un incontro con la delegazione regionale di Confcommercio. All'ordine del giorno ho chiesto e ottenuto di discutere dei saldi che devono essere rivisti. Mi auguro che gia' i saldi estivi partano in ritardo e durino non piu' di un mese per non svilire le vendite a prezzo pieno".
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