Per il settore del turismo sono quattro le priorita' individuate dalle Regioni, che ritengono necessario e pregiudiziale conoscere se e quali risorse il governo intenda investire per realizzare le azioni previste nel Piano strategico per lo sviluppo del settore, la cui assenza vanificherebbe i lavori preparatori condotti fino ad ora. E' quanto si legge nelle osservazioni che il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha inviato al ministro Piero Gnudi, sottolineando l'opportunita' di rivedere la tassa di soggiorno.
Il documento, predisposto dalla commissione Turismo, coordinata dall'assessore Mauro Di Dalmazio, e' stato approvato dalla Conferenza delle Regioni del 6 dicembre.
Le priorita' che le Regioni hanno individuato sono "una definizione chiara dei compiti e dei ruoli dei diversi soggetti pubblici in gioco"; "il rilancio del Comitato permanente del Turismo Governo-Regioni"; "la governance della promo-commercializzazione secondo il concetto della marca ombrello Italia con cui si concerta e definisce (l'anno prima per quello successivo) il Piano Nazionale per la comunicazione e promo-commercializzazione della marca Italia e i Piani Regionali delle azioni per mercati e prodotti, target specifici relativi alle singole marche turistiche regionali"; un "gruppo di lavoro per la ricerca di finanziamenti europei, per quanto il turismo non figuri direttamente tra i settori finanziabili dalla programmazione europea 2014-2020, grazie alla sua trasversalita', e' possibile attivare finanziamenti su altre misure".
Un tema specifico su cui concentrare l'attenzione e' poi quello dell'internazionalizzazione: "E' necessaria una chiara definizione di compiti e sinergie efficaci tra Regioni e livello centrale, individuando in ENIT il ruolo di coaching a servizio del sistema".
"Rispetto al tema dell'incentivazione delle imprese - sottolinea il documento della Conferenza delle Regioni - e' quanto mai opportuna la valutazione di forme alternative al finanziamento diretto delle imprese stesse, soprattutto per gli aiuti agli investimenti ribadendo la necessita' di creare un Fondo destinato alle piccole e medie imprese turistiche da scorporare dall'ambito del fondo per le PMI delle Attivita' Produttive. Quanto all'agenda "Turismo italiano 2020", le Regioni sottolineano tre temi su cui occorre maggiore chiarezza. "In primo luogo, e' necessario affrontare il tema della nuova programmazione comunitaria dei Fondi strutturali 2014-2020, e' necessario approfondire il tema di EXPO 2015". Terzo tema da trattare nella prospettiva 2020 e' l'organizzazione dell'Osservatorio Nazionale del Turismo in relazione all'operativita' degli Osservatori turistici regionali".
Le Regioni giudicano poi "apprezzabile il metodo adottato, basato su un confronto aperto" per giungere al Piano strategico messo a punto e considerano "condivisibile e pienamente auspicabile far riconoscere al 'turismo' l'importanza che gli compete, in quanto seconda industria del paese dopo il commercio (8,6% del PIL nazionale e 10% dell'occupazione)". La Conferenza delle Regioni sottolinea pero' "il mancato approfondimento delle analisi e dei documenti prodotti negli ultimi anni dagli organismi comunitari, a cominciare da quelli prodotti dalla Commissione Europea" e punta poi sulla necessita' che il Piano Strategico Nazionale, permetta di arrivare ad una efficace governance del sistema, per questo "vanno definitivamente accantonate - in via pregiudiziale - le dispute in merito alle attribuzioni costituzionali con riferimento alla cosiddetta "competenza esclusiva".
Le Regioni ritengono "non utile, anche in termini di miglioramento dell'efficacia della governance del turismo, pensare ad una revisione del Titolo V della Costituzione che renda il turismo materia a legislazione concorrente tra Stato e Regioni, soprattutto in presenza di validi strumenti di concertazione Stato-Regioni cui far ricorso fin da subito. "Forti dubbi" desta il fatto che nel Piano Strategico si faccia richiesta di un ministero con portafoglio". Le Regioni invece puntano sulla possibilita' di "utilizzare al meglio gli strumenti di raccordo interistituzionale che la normativa gia' prevede, a cominciare dalle varie forme di intesa e di accordo" tra Governo, Regioni ed enti locali, concertate prima nel "Comitato permanente per il coordinamento della materia del turismo, sede deputata alla preventiva definizione delle politiche di settore".
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