"Confermiamo lo stato d'agitazione da lunedi' prossimo con un sit-in permanente sotto la Regione Abruzzo in viale Bovio a Pescara, e se necessario altre forme di protesta eclatanti come il blocco delle strade". Lo ha detto oggi il presidente regionale UriTaxi, Antonio Abagnale, che ieri ha partecipato a Roma ad un incontro con le altre associazioni di tassisti di altre regioni d'Italia.
Abagnale punta il dito contro il Comune di Chieti, ritenuto responsabile dello stato di agitazione e della tensione venutasi a creare fra i tassisti di Chieti e Pescara. "Il decreto N.58 del 2 agosto 2013 firmato dalla Regione prevede gli accordi tra i Comuni per i regolamenti interni, ma il sindaco di Chieti ha pensato bene di fare un regolamento a suo piacimento senza consultare minimamente il vicesindaco di Pescara, Berardino Fiorilli, mettendo cosi' i tassisti teatini in mezzo al caos totale. Anche Fiorilli poteva fare un regolamento dove autorizzava i nove tassisti di Pescara a caricare clienti prima di quelli di Chieti, ma da persona seria quale e' non lo ha fatto. Possediamo una colonnina con un numero di Pescara da anni in aeroporto, pagata tra l'altro dal Comune, dove chiamano i Pescaresi e chi risponde? Chieti!"
"Il decreto per noi e' illegittimo - ha aggiunto il presidente regionale di UriTaxi - in quanto non ci sono ne' gli stalli per i taxi di Chieti e neanche gli accordi tra i Comuni che disciplinano i tassisti sia sulla modalita' di carico e sia quella di turnazione, violando inoltre, la legge 91-92 del Regolamento Nazionale che prevede che ogni tassista posteggi nel territorio dove viene rilasciata la Licenza. La legge prevede anche che le chiamate taxi vengano prese sulla citta' dove viene rilasciata la licenza, l'aeroporto ricade su Pescara e San Giovanni Teatino e allora Chieti con il suo Radio Taxi che fara', rispondera' su altri comuni? Per tutti questi motivi - ha concluso Abagnale - le altre Regioni in Italia hanno convenuto a far posteggiare solo i tassisti dei Comuni dove ricade il territorio dell'aeroporto, per cui riteniamo di essere nel giusto e dunque decisi a far valere le nostre ragioni"
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