In sciopero fino al 7 aprile i lavoratori del punto vendita di Pineto del Mercatone Uno. La decisione di prolungare lo sciopero e' stata presa al termine dell'assemblea sindacale che si e' svolta nel pomeriggio, dopo la partecipazione al presidio di protesta che a Roma, davanti al Mise. Un'iniziativa forte, assunta a fronte dell'assenza della societa', assenza che ha fatto slittare il tavolo tecnico al Ministero. "Pur valutando positivamente l'attenzione che le iniziative degli ultimi giorni hanno portato sul punto vendita di Pineto - commentano Emanuela Loretone della Cgil e Bruno Di Federico della Uiltucs Uil- abbiamo deciso in attesa della nuova convocazione al Ministero di continuare la protesta. E su mandato dei lavoratori nei prossimi giorni chiederemo anche un incontro al presidente della Provincia di Teramo per una verifica della possibilita' di riattivare strumenti di anticipazione delle indennita' da cigs e contratti di solidarieta'".
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Sono state ricevute dal viceministro allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti le rappresentanze istituzionali dell'Abruzzo, composte dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli e dai sindaci di Pineto e S. Giovanni Teatino, Robert Verrocchio e Luciano Marinucci, che questa mattina si sono recate a Roma per manifestare sulla questione Mercatone Uno, insieme ai sindacati nazionali e a centinaia di lavoratori dell'azienda di Imola provenienti da tutta Italia. "Abbiamo espresso al viceministro tutta la nostra preoccupazione - ha dichiarato il sindaco Robert Verrocchio - La vertenza coinvolge circa 3800 dipendenti di tutti i punti vendita italiani della Mercatone Uno. Circa 130 i posti di lavoro a rischio nella nostra regione, di cui quasi cento solo a Pineto, contando i dipendenti e i lavoratori dell'indotto. "Abbiamo ovviamente anche parlato del consiglio comunale straordinario che si e' svolto a Pineto lunedi' - ha proseguito il sindaco Verrocchio - e abbiamo messo in chiaro che come Amministrazione non permetteremo che quell'area possa mutare di destinazione d'uso nei prossimi dieci anni se non ci sara' una chiara difesa dei livelli di occupazione". Il viceministro ha ascoltato con attenzione le istanze presentate, e si e' impegnato a riconvocare al piu' presto un nuovo tavolo di confronto tra proprieta' e sindacati. Un tavolo era in programma questa mattina, ma l'incontro era stato disdetto lunedi' pomeriggio su richiesta della Mercatone Uno, suscitando grande preoccupazione da parte dei sindacati. "Ovviamente saremo di nuovo a Roma quando il tavolo di confronto sara' riconvocato, perche' vogliamo portare all'attenzione di chi di dovere tutto cio' che non capiamo di questa vicenda - ha aggiunto il sindaco di Pineto - Il nostro punto vendita risulta uno di quelli piu' profittevoli a livello nazionale, si trova ben collegato e all'interno di un grande bacino d'utenza. Noi non capiamo il perche' della volonta' di chiusura, e faremo sentire le nostre ragioni ovunque sara' possibile".
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Si e' spostata a Roma la battaglia dei dipendenti del Mercatone Uno di Pineto e San Giovanni Teatino, che questa mattina hanno manifestato con un presidio sotto la sede del Mise, nel giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il tavolo tecnico con la proprieta'. Tavolo saltato proprio per l'indisponibilita' di quest'ultima e che sara' riconvocato dopo Pasqua. O almeno questo e' l'impegno assunto dal viceministro all'economia Claudio De Vincenti che questa mattina ha ricevuto sia la delegazione sindacale che le istituzioni abruzzesi, presenti con il sindaco di Pineto Robert Verrocchio, il sindaco di San Giovanni Teatino Luciano Marinucci, il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli e i parlamentari Giovanni Melilla e Tommaso Ginoble. "Abbiamo espresso tutta la nostra contrarieta' per la chiusura dei due punti vendita abruzzesi, entrambi in attivo - ha detto il sindaco di Pineto Robert Verrocchio - e con il personale che a Pineto e' stato sfruttato quando c'era bisogno dell'apertura domenicale e oggi viene scaricato. Noi ci siamo e ci saremo sempre accanto ai lavoratori". Lavoratori che ieri mattina sono stati presenti con un presidio davanti alla sede del Mise e che adesso annunciano ulteriori iniziative.
"Riteniamo irricevibile la motivazione addotta dall'azienda per non presentarsi all'incontro di oggi - commenta Emanuela Loretone per la Cgil - e resta aperta anche la questione della gestione degli ammortizzatori sociali. Oggi avremo un'assemblea con i lavoratori e decideremo ulteriori iniziative"
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