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Pubblicato il 14/01/2015 13:01

Alessandro Preziosi porta il Don Giovanni a L'Aquila

Dopo la pausa Natalizia, entra nel vivo la tournée del Don Giovanni che, a partire da gennaio, tocchera' le citta' di Trieste (dal 14 gennaio al Politeama Rossetti), Napoli (dal 21 gennaio al Teatro Diana), e Milano (dal 3 febbraio al Teatro Nuovo) per poi proseguire in altre 12 piazze italiane e concludersi il 31 marzo a L'Aquila. La scelta di Khora.teatro (in collaborazione con il Teatro Stabile D'Abruzzo). di produrre Don Giovanni, in tutta la complessita' del personaggio, con un allestimento tecnologico e multimediale, e' l'ideale conclusione di una trilogia di riproposizione di classici seicenteschi, dopo Amleto e Cyrano (per il quale Alessandro Preziosi ha ricevuto il Premio Maschera D'oro del teatro italiano 2014 per il Miglior Monologo), rivolta ad un vasto pubblico popolare, ma sempre attento nel confezionamento editoriale alle nuove generazioni. Nel Don Giovanni, Alessandro Preziosi, reduce dai successi teatrali, impegni televisivi e premi cinematografici, e' interprete e regista. La scelta artistica prende le mosse non solo dalla straordinaria contemporaneita' di questo classico ma soprattutto nell'ottica della messa in scena come un omaggio sentito e coraggioso alla scrittura, al fascino dell'immaginazione e soprattutto al Teatro, in tutte le sue forme come strumento educativo. Le versioni del mito di Don Giovanni sono ben superiori alle donne sedotte dall'ammaliatore sivigliano e contano oltre 4000 riscritture. Il Don Giovanni di Molie're non e' un banale donnaiolo, collezionista di femmine per sfogo fisiologico o edonistico svago, ma a dominare e' una volonta' di potenza, di affermazione di sé che nasce da un vuoto esistenziale, da una sorta di noia metafisica, e insieme da un timore di fallimento, un Don Giovanni che ormai, prossimo al termine della sua carriera, sembra quasi svelare la maschera ipocrita della cinica empieta', per smascherare i cattivi pensieri e le ipocrisie della societa' in cui viviamo. La scelta artistica prende le mosse non solo dalla straordinaria contemporaneita' del classico la cui rilettura si rende necessaria in considerazione del dilagante relativismo dell'attuale societa' in cui impera l'immagine fine a se stessa e si continua a riscontrare il totale sgretolamento dei valori, ma soprattutto nell'ottica della messa in scena come un omaggio sentito e coraggioso alla scrittura, al fascino dell'immaginazione e soprattutto al Teatro, in tutte le sue forme. 

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