La defibrillazione elettrica precoce di comunita' e' il tema di un corso BLSD (Supporto di Base Vitale - Defibrillazione) in programma domani, mercoledi' 8, a Torrebruna, in provincia di Chieti. Intorno alle ore 12, al termine del corso, sara' presemtato alla cittadinanza il progetto "Questione di Cuore", promosso dalle Associazioni di Volontariato del Comune di Torrebruna. La Regione sara' presente all'incontro con il Commissario Straordinario dell'Agenzia Sanitaria Regionale (ASR), Angelo Muraglia, e con il Subcommissario ad acta per la sanita', Giuseppe Zuccatelli. L'obiettivo fondamentale e' quello della diffusione della defibrillazione elettrica precoce, con l'utilizzo di un defibrillatore semiautomatico da parte di personale non sanitario, come tappa fondamentale per la riduzione della mortalita' da arresto cardiaco improvviso.
Le ragioni che hanno spinto le Associazioni a proporre questo progetto si riassumono in alcuni punti chiave: la morte cardiaca improvvisa e' un evento che si verifica con un'incidenza tutt'altro che trascurabile (circa 60.000 casi l'anno in Italia con una media di un caso ogni 1000 abitanti all'anno); la morte cardiaca improvvisa e' suscettibile di terapia efficace e definitiva mediante defibrillazione elettrica, a condizione che venga erogata entro i primi quattro-sei minuti successivi all'arresto della funzione di pompa del cuore (i dieci minuti d'oro).
Il sistema di emergenza sanitaria, inoltre, per quanto organizzato e diffuso sul territorio, non puo' materialmente raggiungere entro pochi minuti tutte le persone colpite da arresto cardiaco improvviso; la tecnologia consente oggi, tramite i defibrillatori semiautomatici, di mettere a disposizione di personale "non sanitario" veri e propri strumenti salvavita, cosi' da abbreviare significativamente i tempi di trattamento di un arresto cardiaco e di incrementare grandemente le probabilita' di sopravvivenza; la Legge del 14 aprile 2001 e succ. sull'utilizzo dei defibrillatori in ambito extraospedaliero, ha definitivamente dato il via a queste pratiche, sancendo una situazione che di fatto alcune realta' avevano gia' organizzato e consentendo di avviare progetti di reale diffusione della defibrillazione al mondo non sanitario; in alcune aree di Scandinavia, USA, Australia grazie alla realizzazione della "catena della sopravvivenza" la percentuale di sopravvivenza tocca il 45% contro il 2% italiano.
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