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Pubblicato il 27/10/2014 15:03

Il libro su San Pietro della Jenca presentato a Teramo

san pietro della jenca

 Il volume "San Pietro della Jenca", della giornalista e scrittrice aquilana, Monica Pelliccione, verra' presentato, il prossimo 30 ottobre, alle 17, nella sala consiliare del comune di Teramo, nell'ambito del convegno "Il Gran Sasso d'Italia tra suggestioni e sacralita'". Alla manifestazione, organizzata dalla One Group edizioni con il patrocinio del comune di Teramo, parteciperanno, oltre all'autrice del libro, il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, l'assessore alla cultura, Francesca Lucantoni, l'assessore al turismo del comune dell'Aquila, Lelio De Santis, il rettore del Santuario di San Gabriele, padre Natale Panetta, il direttore del parco nazionale Gran Sasso - Monti della Laga, Marcello Maranella, il presidente dell'associazione culturale "San Pietro della Jenca", Pasquale Corriere e il presidente della One Group, Francesca Pompa. Modera l'incontro il professor Ernesto Albanello. "L'iniziativa", dichiara Monica Pelliccione, "non si identifica come un mero appuntamento culturale, ma un tavolo di confronto utile a tracciare le linee guida per un progetto di sviluppo turistico-religioso legato alla valorizzazione del Gran Sasso, sui due versanti, aquilano e teramano. Un percorso ideale che dal santuario di San Gabriele tocca il santuario della Jenca, tanto caro al papa polacco San Giovanni Paolo II, per arrivare alla basilica di Collemaggio, all'Aquila". Il progetto punta alla valorizzazione dei luoghi sacri del Gran Sasso, testimonianza di vita e di spiritualita', per intercettare nuovi flussi turistico-religiosi. "La minuscola chiesa in pietra della Jenca, arroccata sul Gran Sasso, il primo santuario dedicato a Karol Wojtyla, conserva intatto il fascino mistico della meditazione", afferma Pelliccione, "e' qui che Giovanni Paolo II si e' rifugiato in preghiera centinaia di volte, accompagnato dal fedele segretario, don Stanislao. Un legame costruito su frammenti di vita quotidiana e frequenti puntate sui monti: momenti sottratti all'austerita' delle stanze Vaticane, al rigore dell'etichetta, per godere appieno del contatto con la natura. Lontano dagli occhi del mondo. Un'atmosfera che, ancora oggi, avvolge il santuario della Jenca e lo rende me'ta privilegiata di pellegrinaggio, tra la quiete delle montagne, dove e' piu' facile volgere l'animo a Dio".

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