Cocullo è un comune italiano di 267 abitanti della provincia dell'Aquila in Abruzzo.
Le origini del paese si fanno risalire alla storica "Koukoulon" citata in età romana, ma dalle testimonianze archeologiche provenienti dalla zona a valle del paese, nelle località Casale e Triana, si deduce che il territorio era frequentato già in epoca protostorica.
Situata in territorio peligno, nell'alta valle del fiume Sagittario, l'antica Cocullo appare nella storia propriamente detta nel periodo preromano: numerosi bronzetti votivi rappresentanti Ercole e una vasta necropoli con tombe a fossa (IV - I sec. a.C.) indicano la presenza di un "pagus" (villaggio) ben organizzato.
In età augustea la città rientra nella IV regio. Strutture edilizie del periodo imperiale furono individuate nel secolo scorso nelle stesse zone interessate dai ritrovamenti di epoca più antica, segno di una continuità di vita del primitivo villaggio. Tale ipotesi risulta ancor più avvalorata dal riutilizzo di alcuni pezzi antichi negli edifici del vicino Casale.
L'abitato antico fu abbandonato probabilmente tra l'età tardoantica e l'alto medioevo e venne costruito più in alto, nel sito attuale, per motivi strategici.
L'insediamento medievale venne fortificato nel XII secolo e tuttora si possono riconoscere notevoli resti del borgo più antico nei pressi della torre.
Cocullo venne compresa nella Diocesi Valvense, nata intorno al V secolo nella zona sulmonese, ma gravitò fin dal medioevo, da un punto di vista amministrativo, nell'area della Marsica.
Il paese seguì gli eventi storici del territorio: dapprima fece parte della Contea dei Marsi, istituita già in periodo longobardo, quindi della Contea di Celano, assegnata dagli Aragona ad Antonio Piccolomini nel 1463.
Nel 1591 tutta la Contea fu venduta a Donna Camilla Peretti che, per motivi economici, usufruì in minima parte e per breve tempo dei benefici del feudo.
Nei due secoli seguenti si avvicendarono le famiglie Peretti, Savelli, Cesarini, Cesarini-Sforza, Barberini, Colonna, Giustiniani, Bodavilla ed altre.
Nel 1806, con l'abolizione dei feudi da parte di Giuseppe Bonaparte, il territorio fu frazionato tra i vari eredi.
Situato nella valle del Rio Pezzana, affluente del Sagittario, Cocullo sorge a m. 900 circa sul livello del mare, in una zona che, fin dai secoli passati ed anche ai giorni nostri, è stata attribuita ora alla Marsica ora alla Valle Peligna.
Caratterizzato da una posizione arroccata, ben riconoscibile dal viadotto autostradale, Cocullo a partire dal Medioevo si è andato espandendo sfruttando il pendio della collina.
E' infatti facilmente riconoscibile, specialmente con una veduta dall'alto, il suo nucleo più antico, nato e sviluppato insieme alla fortificazione di cui faceva parte l'imponente torre quadrata.
In particolare l'andamento perimetrale di alcune strade, le porte urbiche e i numerosi passaggi coperti rendono leggibile il primitivo nucleo fortificato, arroccato intorno alla torre e al palazzo baronale e certamente fortificato; alcuni degli edifici situati lungo la linea fortificata conservano ancora il loro carattere "difensivo" e le aperture verso la valle.
Il borgo cocullese meriterebbe uno studio approfondito da un punto di vista architettonico ed artistico, ma per il turista occasionale è comunque assai piacevole camminare senza meta tra le strade e le viuzze minori passando sotto ad archi vetusti e trovandosi sotto la torre o di fronte ad una splendida fontana.
Particolarmente importante è la festa dei serpari che si svolge a Cocullo il 1º maggio a partire dal 2012; precedentemente aveva luogo il primo giovedì di maggio.
La festa si svolge in onore di San Domenico di Sora che risulta essere particolarmente venerato a Cocullo, ma anche a Villalago, perché è il patrono di entrambi i paesi abruzzesi.
Difatti a Cocullo vengono conservate due reliquie del santo: un molare ed un ferro della sua mula. Un altro molare del santo è conservato nella chiesa principale di Villalago.
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