Riscoprire gli antichi mestieri, in un'ottica di marketing e promozione territoriale, per promuovere la ripresa economica. Con questo intento, rinasce nel Pescarese la tradizione della lavorazione della pietra della Majella, che per secoli ha visto gli scalpellini della Val Pescara realizzare vere e proprie opere d'arte, sparse non solo in Abruzzo, ma anche nel resto d'Italia. La lavorazione della pietra ''bianca e dolce'' della Majella per anni ha caratterizzato la vita e la storia di diversi paesi della provincia, da Lettomanoppello, considerata la patria degli scalpellini, a Turrivalignani, da Abbateggio a Manoppello, da Roccamorice a San Valentino fino a Scafa. Oggi di scalpellini che lavorano a tempo pieno se ne contano solo due, ma negli ultimi anni almeno una decina di persone, tra cui diversi giovani, sembrano aver riscoperto questo mestiere. Uno degli artigiani e' Franco Aceto, 54enne che proviene da una famiglia di scalpellini per tradizione. I suoi bassorilievi sono finiti, tra l'altro, in Francia, in Belgio e in Grecia e nell'ultimo periodo, in laboratorio, sta iniziando a dare una mano anche suo figlio, che potrebbe portare avanti la tradizione di famiglia. ''Cerchiamo di far resistere il nostro mestiere - dice Aceto -, ma non e' semplice e la crisi economica di certo non aiuta. Nonostante le diverse iniziative, le cave restano chiuse e su questo ci stiamo battendo da anni''. ''La figura degli scalpellini - afferma il sindaco di Lettomanoppello, Giuseppe Esposito - stava scomparendo, ma ora, insieme alla Provincia e grazie a diversi progetti nelle scuole, stiamo facendo di tutto per recuperare questa tradizione, anche per combattere la crisi economica''. ''I risultati delle diverse iniziative - spiega Simone D'Alfonso, consigliere comunale con delega alla promozione del territorio - sono positivi, con l'arrivo di persone anche dall'estero''. Tra le iniziative promosse dalla Provincia di Pescara, c'e' il progetto denominato Valsimi (Valorizzazione dei Siti Minerari dismessi), ideato per far conoscere all'opinione pubblica, e quindi utilizzare come strumento di marketing territoriale, l'antico bacino minerario. Grazie ad un finanziamento della Regione, il progetto prevede anche la creazione di musei virtuali; il tutto verra' presentato in un evento a Marcinelle (nel comune di Charleroi), alla presenza del primo ministro belga Elio Di Rupo. La scorsa estate, inoltre, e' stata ristrutturata e riaperta la sede della Fondazione 'Lettomanoppello Citta' della Pietra', base logistica delle diverse attivita'. ''La Provincia - commenta il presidente Guerino Testa - e' impegnata da tempo in un percorso di riscoperta e di rilancio di questo mestiere tradizionale, in un'ottica di promozione del territorio in Italia e all'estero''.
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 2
Condividi: