Una leggenda del calcio italiano come Paolo Maldini lo ha definito il giocatore che piu' lo aveva messo in difficoltà. Alla vigilia del via ai campionati di calcio che scattano venerdi' con l'anticipo di B tra Perugia e Bologna, Rocco Pagano, 51 anni, si appresta quest'anno a tagliare il traguardo delle 1000 partite in 32 anni consecutivi di calcio. Dal Banco Roma nel 1982 (serie C) al Tollo (Chieti) 2014 (Prima Categoria) l'ala preferita di Galeone non ha mai mancato un fischio d'inizio nei campionati Figc tra campionati e coppe federali, nei 17 anni di professionismo e i 15 tra i dilettanti. Ala purissima, cresciuto nelle giovanili della Juventus, 3 anni di serie A con Pescare e Perugia, 6 campionati vinti, Pagano da oltre 10 anni milita in Prima Categoria ''e in 32 anni non sono mai sceso sotto la Prima Categoria'', dice, nella squadra del Tollo: non per caso, visto che nella vita oggi fa il rappresentante di vini per una importante azienda vinicola di Tollo, famosa per il Montepulciano d'Abruzzo. Trentadue anni di calcio ininterrotti ''e non ho mai giocato meno di 25/30 partite l'anno'' spiega sorridendo. Da qualche tempo sono spuntati i dolori alle gambe ''ma credevo venissero fuori prima, ancora mi mantengo bene - dice - solo che il calcio di oggi non e' piu' quello di una volta e dirlo sembra banale. Dico che era piu' a colori quello del 1982 quando stavo col Banco Roma: mi divertivo piu' allora e non per questioni anagrafiche. Oggi vedo i giovani che prima pensano ai soldi mentre noi cercavamo di piu' i rapporti umani. Prima il calcio era una famiglia e io potevo giocare solo a Tollo, dove ho ritrovato la famiglia. Se continuo e' merito del paese e della squadra''. In Abruzzo lo conoscono tutti, ad ogni rimpatriata o presentazione ufficiale del Pescara e' sempre in prima fila insieme agli altri big della squadra come Leo Junior o Bergodi piuttosto che Galeone stesso. E proprio con il Pescara sono legati i due ricordi piu' belli ''quando segnai alla Juve un gran gol e quando andammo a vincere 2-0 a S.Siro contro l'Inter di Trapattoni''. E' insomma una gloria del calcio biancazzurro. ''Ma io in campo oggi sono un giocatore qualunque, e mi portano rispetto come ad un qualunque altro avversario. Si', anche quei ragazzini che potrebbero essere i miei figli'', ammette col sorriso sulle labbra, quei 'ragazzini' a cui continua spesso a fare tunnel
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