Arrivano in diecimila per il lancio ufficiale del Nuovo Centrodestra, che da' appuntamento ai 'fondatori', non tesserati o militanti, alla prossima primavera, quando si svolgera' l'Assemblea costituente. A fare da presentatore d'eccezione il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi. Sul palco, in mezzo alla gente, moltissima (13mila persone tra quelli nel teatro e i militanti fuori) si sono susseguiti ministri, parlamentari, amministratori locali. Interventi brevi per consentire un rigido rispetto dei tempi e dare la parola alle 16 ad Alfano. Con un ritardo accademico di 15 minuti, il vicepremier sale sul palco preceduto da un video che ripercorre le tre settimane (dalla conferenza nella sede della stampa estera il giorno della rottura con il Cavaliere) che hanno portato alla nascita del nuovo movimento politico. Il ministro dell'Interno e' un fiume in piena, parla per oltre un'ora e mezza senza interruzione, ribadendo il perche' dell'addio a Forza Italia e lanciando le sfide per il futuro.
Gli Studios di via Tiburtina non riescono a contenere tutta la gente accorsa per ascoltare il nuovo leader, Angelino Alfano, che parla dal palco per oltre un'ora lanciando la sfida al competitor-alleato, Matteo Renzi, su un terreno scivoloso per la sinistra, la riforma del mercato del lavoro: "Vediamo se fa sul serio e rompe con la Cgil". Ma e' soprattutto sul fronte governo che il vicepremier tenta di dettare l'agenda, per evitare di farsi 'scavalcare' a sinistra dal Pd e ridursi a fare da stampella dei democrat, come lo accusano gli ex compagni di viaggio ora in Forza Italia. Alfano rilancia il 'patto per il 2014' ("vediamo se il nuovo segretario del Pd ha la forza per farlo") e apre al sistema elettorale del 'sindaco d'Italia'. Nessun affondo ai forzisti, se non quando l'ex delfino del Cavaliere ricorda di aver compiuto si' "una scelta sofferta e dolorosissima", ma "giusta perche' non potevo aderire a Forza Italia, dove ci sono troppi estremismi ed estremisti". Anche a Silvio Berlusconi Alfano dedica solo un rapidissimo passaggio del suo intervento, passata la mezz'ora di discorso, quando sottolinea che seppur le strade si siano divise, cio' non vuol dire che negli ultimi "20 anni abbiamo sbagliato programmi, valori e persona".
Un programma, che chiama "patto" che propone al Partito Democratico ed al futuro segretario. Angelino chiama in causa Renzi sfidandolo su due temi in particolare: una riforma liberale a proposito del lavoro e poi la giustizia: "Da lunedi' - dice - capiremo se il segretario del Pd era su 'scherzi a parte' oppure fara' veramente la riforma del mercato del lavoro. Se la fa vuol dire che non si sottoporra' ai diktat della Cgil". Toni perentori anche sulla riforma della giustizia: "Siamo l'unico paese dove un presunto innocente va in carcere mentre chi e' condannato in via definitiva magari e' fuori". Un accordo che si limita alle riforme visto che il vicepremier ci tiene a sottolineare la differenza con la sinistra "in parole, opere e omissioni", parole prese in uso dal lessico cattolico cosi' come le due benedizioni che chiede (dalla Madonna e da Dio) per l'avvio del partito. L'anno di tempo prima di andare alle elezioni deve servire pero' anche ad organizzare in maniera capillare il partito sul territorio. L'intenzione e' quella di valorizzare la base "faremo primarie a tutti i livelli" promette il vicepremier che chiama i presenti "fondatori e non militanti": "Non avrete tessere ma sarete i fondatori del piu' grande partito del centrodestra". E l'arma scelta per radicarsi sul territorio e' quella dei circoli. Una sfida lanciata agli ex colleghi di partiti ora in Forza Italia visto che domani a lanciare i circoli di Fi sara' Berlusconi in una manifestazione nel pomeriggio sempre a Roma. Ogni presidente di circolo poi prendera' parte all'assemblea costituente del partito prevista per marzo 2014. Nessuna voglia comunque di fare polemica con i 'cugini' azzurri. Alfano nomina una sola volta il nome del Cavaliere a cui la platea indirizza un applauso, sottolineando il "dolore" per la scelta di non entrare in Forza Italia, ma senza nessun pentimento: "Alcuni mi hanno detto che ho fatto una scelta coraggiosa - ricorda - altri mi hanno detto aggettivi diversi. Io dico che e' stata una scelta giusta per non portare il Paese nel buio". Una decisione dettata anche dalla "presenza di troppi estremismi ed estremisti dentro Fi".
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