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Pubblicato il 22/12/2013 08:08

Berlusconi "congela" l'organigramma del partito

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Silvio Berlusconi considera improbabile il voto anticipato e punta tutto sulle prossime europee e amministrative. La strategia del 2014 e' chiara: serve un partito ben radicato sul territorio, piu' leggero e competitivo, con una struttura organizzativa solida e tante facce nuove per rilanciare il movimento e arginare l'emorragia di consensi degli ultimi mesi. Il leader azzurro sta cercando volti spendibili, esponenti di spicco del mondo dell'impresa, delle professioni e della societa' civile, ma non ha ancora deciso tempi e modi della 'rivoluzione azzurra', mandando in fibrillazione il partito. Big e peones sono sempre piu' nervosi e le indiscrezioni di questi giorni su chi verra' escluso dai nuovi organigrammi (alias il cosiddetto Comitato di presidenza, che sarebbe formato da 36-40 membri sul modello dell'Ufficio di presidenza dell'ex Pdl), rende il clima ancora piu' teso tra le correnti interne. I lealisti, chiedono una parola chiara dal 'capo', pur uscire dal 'limbo' e preparare con maggior serenita' le prossime scadenze. Nessuno sa cosa abbia davvero in mente il Cavaliere. Descritto sempre piu' amareggiato dalle beghe di palazzo e dai vecchi rancori riemersi tra le varie anime azzurre per far parte della futura 'cabina di comando' (Non voglio polemiche, decidero' io al momento opportuno, avrebbe detto ai suoi) Berlusconi preferisce lasciar decantare la situazione e concentrarsi sul lancio dei club. 

Una tattica, usata dal Cavaliere gia' altre volte nei momenti di tensione piu' alta, che potrebbe culminare in annunci di nomine a sorpresa, proprio quando nessuno se lo aspetta. Secondo alcune fonti, qualche novita' potrebbe arrivare a cavallo tra Natale e Capodanno, ma sono in molti a scommettere che tutto potrebbe essere rinviato a subito dopo l'Epifania.

Di certo, l'ex premier punta su facce nuove e per la nuova struttura di Fi pensa sempre al direttore di Tg4 e Studio Aperto, Giovanni Toti, all'uomo dei club, Marcello Fiori, e ad alcuni giovani manager ancora top secret per non creare polemiche. In queste ore, sul tavolo di palazzo Grazioli c'e' soprattutto il nodo dei coordinatori regionali dopo la fuoriuscita degli alfaniani, con le partite ancora aperte in Campania, Lombardia e Lazio. Tre caselle chiave per la tenuta territoriale di Fi. In Campania la sfida e' a due: tra Domenico De Siano (ex sindaco di Lacco Ameno, ora parlamentare, sostenuto da Mara Carfagna, Paolo Russo, l'ex Guardasigilli Nitto Palma, Luigi Cesaro e il governatore Stefano Caldoro) e Carlo Sarro, forte dell'appoggio dell'ex deputato Nicola Cosentino. In Lombardia, invece, la battaglia e' tra la componente di Mariastella Gelmini e quella di Mario Mantovani, mentre nel Lazio si contendono l'incarico di coordinatore regionale, l'ex sottosegretario Francesco Giro e il senatore Claudio Fazzone. 

Oltre alla scelta dei nuovi responsabili azzurri in ogni Regione, raccontano, ci sarebbe poi un'altra questione, arrivata alle orecchie di Berlusconi: si tratterebbe del caso Brunetta. In Transatlantico, a Montecitorio, si parla in queste ore dei malumori sempre piu' forti verso la gestione del gruppo da parte dell'attuale presidente. E qualcuno fa notare che oggi in Aula, durante l'esame del ddl sulle province erano molti i banchi vuoti proprio tra gli azzurri.Berlusconi, dunque, prende ancora tempo sui futuri assetti organizzativi di Fi, ma nei prossimi giorni fara' sentire la sua voce su governo, legge di stabilita' e riforme. La 'formula' comunicativa non cambia: il collegamento telefonico e la tv. 

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