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Pubblicato il 28/07/2014 14:02

Sondaggi positivi per Forza Italia

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Dentro Forza Italia tornano in voga i sondaggi, dopo il black out degli ultimi mesi, quando tutti temevano la condanna bis nel processo Ruby e il partito era sceso nelle intenzioni di voto ben al di sotto del 15 per cento. Ora, dopo l'assoluzione, ecco dunque Swg che vede FI in ripresa al 17,7, piu' o meno quanto Alessandra Ghisleri, sondaggista di fiducia del Cavaliere, che indica il 17,5. Cifre ben lontane dal 21,6 delle Politiche 2013 e soprattutto un distacco al momento incolmabile con il Pd renziano: il quale, benche' in lieve discesa dalle Europee, puo' vantare oltre dieci punti virtuali in piu'.

Piuttosto Silvio Berlusconi ed il suo staff sono alle prese con altri due dati contraddittori. Il primo vede l'intero centrodestra egualmente in ripresa, dall'Ncd di Angelino Alfano a Fratelli d'Italia. Esclusa la Lega. Si tratta cioe' dell'area che il Cavaliere si era proposto di riunificare con la lettera della settimana scorsa. Il secondo dato (della Ghisleri) da' invece gli alfaniani in calo; ma soprattutto rivela che la maggioranza degli elettori moderati, compresa quasi la meta' di quelli di Forza Italia, non considera piu' Berlusconi il leader di riferimento, ne' per il Paese e neppure per il centrodestra.

Ed e' stato precisamente questo punto a far dire a Giovanni Toti, il consigliere politico che ha tuttora la fiducia del capo, che il Cavaliere non sara' piu' il candidato naturale per le prossime elezioni, che forse si ricorrera' alle primarie, e, a proposito di riforma elettorale, a concedere all'Ncd una modesta apertura sulle preferenze. Sono piccoli segnali, le battute iniziali di una possibile ricucitura che richiedera' tempo e pazienza. Ma almeno uno indica la fine di un'era: Berlusconi non intende piu' tirare la volata elettorale come ha fatto per questi venti anni. Non puo' farlo in base alla legge Severino e alla condanna nel processo sui diritti tv, e probabilmente non vuole farlo.

Anche se palazzo Grazioli e' tornato un po' sotto i riflettori, Berlusconi non nasconde la disaffezione dalla politica, che l'assoluzione in appello nel processo Ruby ha aumentato, e non temperato come si auguravano i falchi, che puntavano sull'ennesima ridiscesa in campo. L'idea di occuparsi di liste elettorali e di girare per l'Italia per sostenere candidature e personaggi che non condivide, lo fa "inorridire", come ha confidato ai vecchi amici. In piu' ci sono gli impedimenti di legge. Continua a mantenere aperta, anzi apertissima, la linea di credito con Matteo Renzi sulla legge elettorale e sulle riforme istituzionali (piu' sulla prima che sulle seconde), e per questo deve tenere a freno quelli che di Renzi non si fidano. Il loro vero punto di riferimento non sono certo i Minzolini di turno, ma Renato Brunetta che ha preso alla lettera il ruolo di "oppositore economico" del governo, arrivando ad evocare l'arrivo di una seconda lettera della Bce all'Italia, una lettera virtuale che pero', per il capogruppo alla Camera "qualcuno dovrebbe scrivere davvero".

Brunetta si era fatto anche promotore di un riavvicinamento alla Lega sulla base di una serie di punti economici e sociali condivisi, trovandosi forse per la prima volta in sintonia politica con Giulio Tremonti. Ma la Lega per ora non abbocca. In questa situazione, tra le colombe che appoggiano Renzi sulle riforme istituzionali e i falchi che lo attaccano sull'economia, il Cavaliere e' sempre piu' preso da altre preoccupazioni. Il fronte aziendale, innanzi tutto. Dopo la concentrazione europea realizzata dal gruppo Murdoch con l'incorporazione nell'inglese BskyB di Sky Italia e della maggioranza di Sky Deutschland, Mediaset si trova di fronte un concorrente piu' forte numericamente, in grado di realizzare razionalizzazioni, con maggiore accesso ai contenuti e miglior potere contrattuale sul mercato dei diritti. La mossa di Sky e' anche difensiva, perche' la pay tv italiana deve fronteggiare un calo di abbonati, ma comunque e' l'inizio concreto delle grandi manovre. Alle quali il Biscione non puo' che rispondere intensificando la tela della alleanze (da Al Jazeera a Vivendi a Telecom), ma anche presentandosi anche alla politica come un asset strategico dell'economia nazionale: a 18 anni da quando Massimo D'Alema defini' Mediaset "un patrimonio del Paese", e l'intero arco politico premette sul Cavaliere affinche' non vendesse a Murdoch, a Cologno Monzese c'e' chi spera in un secondo endorsement. Sicuramente il figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri.

Ma non e' sfuggito un passaggio minore, lontano dai riflettori: Marinella Brambilla, la segretaria storica di Berlusconi allontanata per le pressioni del tandem Francesca Pascale-Maria Rosaria Rossi, e' stata riassunta da Luigi, il piu' piccolo dei figli, il terzo tra quelli nati dalle nozze con Veronica Lario, il fratello minore di Barbara. E siccome anche Luigi ha deciso di darsi visibilita' mediatica ma in chiave aziendale, e' evidente che l'intera operazione avviene con il placet, se non col la regia del padre. Segnando un riavvicinamento familiare tra tutti i figli di primo e secondo letto, e un allontanamento sempre da parte di tutti dalle tentazioni politiche. Almeno per ora.

 

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