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Pubblicato il 22/04/2014 22:10

Decreto lavoro, morsa Pd - Ncd su Renzi

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Matteo Renzi non vuole rimanere intrappolato nella morsa tra minoranza Pd e Ncd che oggi, tra scambi di accuse incrociate, hanno fatto saltare la mediazione tentata dal governo sul decreto lavoro. "C'e' chi alza il tiro per avere visibilita' e chi per avere argomenti in campagna elettorale", e' l'analisi del premier, deciso entro il 25 maggio sia ad approvare la riforma del lavoro sia ad incassare l'ok di Palazzo Madama al "Senato delle autonomie".

Angelino Alfano avverte che sara' un mese "caldo" e che ogni partito scegliera' una bandiera da rivendicare con i propri elettori. Consapevole dei numeri, e con l'arma della fiducia gia' in mano, il governo tenta di chiudere l'accordo sul decreto lavoro alla Camera, dove il Pd ha la maggioranza quasi da sola mentre al Senato gli equilibri giocano a favore dei partiti minori, come il Nuovo Centro Destra. Per questo i ministri Giuliano Poletti e Maria Elena Boschi convocano stamattina i capigruppo di Camera e Senato offrendo una mediazione al testo uscito dalla commissione, che placasse le proteste di Ncd e Sc contro una riforma a loro dire "stravolta" dalla minoranza dem. Un vertice lunghissimo e infruttuoso mentre in contemporanea il governo rischiava di andare sotto in commissione Bilancio per l'assenza polemica di Ncd-Sc-Udc e l'assenza per ferie di ben 11 dem. Ad evitare il peggio la sospensione della seduta da parte del presidente della commissione Francesco Boccia ed il "soccorso" di renziani di ferro da altre commissioni, come Francesco Bonifazi e Ernesto Carbone. Al premier, in realta', poco interessano i "dettagli" della riforma. Per lui e' prioritario mantenere la parola data con i cittadini e rispettare il timing annunciato alle Camere il giorno della fiducia. In questo senso, raccontano fonti parlamentari, Renzi avrebbe cercato stamattina, in una telefonata con il leader Ncd Angelino Alfano, di invitare gli alleati a mettere da parte levate di scudi da campagna elettorale. Ma il ministro dell'Interno avrebbe ribattuto che la ragione sociale di Ncd sono il lavoro dalla parte degli imprenditori e la famiglia. E su questi punti il Nuovo Centro Destra non ha intenzione di cedere ai ricatti della sinistra Pd ne' di lasciare la scena solo al premier che soprattutto sul bonus di 80 euro e' determinatissimo a dimostrare la svolta del governo. Il presidente del consiglio non teme, comunque, che veti e paletti degli alleati mettano a rischio la sua road map. "Alzano la voce e tireranno la corda fino all'ultimo ma la fiducia alla Camera la votano e al Senato un'intesa si trovera' facilmente", ostentano ottimismo i renziani. C'e' poi chi, tra i fedelissimi del premier, torna a porre il tema della guida del gruppo Pd visti i rischi corsi oggi in commissione Bilancio per le assenze ingiustificate. Ma per Renzi, che prima di stravolgere gli assetti interni preferisce cercare la pax interna al Pd, il problema non esiste e a suo avviso Roberto Speranza puo' restare capogruppo.

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