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Pubblicato il 22/11/2014 20:08

Emilia Romagna e Calabria al voto

Partiti politici contro astensionismo. Sembra essere questa la partita principale che si giochera' alle elezioni per i nuovi governatori dell'Emilia Romagna e Calabria. Nella giornata di domani nelle due regioni sono chiamati alle urne circa 5,5 milioni di persone, quasi 3 milioni e mezzo in Emilia e quasi un milione e novecento mila in Calabria, ma il timore e' che il vero vincitore sara' il cosiddetto partito dell'astensione. Un elettore su due sembrerebbe intenzionato a rimanere a casa. Cosi' oltre agli appelli a non disertare le urne, ci sono quelli a non considerare l'esito del voto un test per governo o partiti evitando al contempo di cadere nella tentazione di fare del risultato regionale una proiezione a livello nazionale. La sfida delle due regioni e' infatti principalmente da giocarsi contro la disaffezione verso la politica evidenziata in questo caso dai motivi del voto anticipato dovuto in entrambi i casi - pur dai contorni assai diversi - dalle dimissioni dei governatori per questioni giudiziarie. Insomma l'incognita questa volta non e' tanto chi vincera', ma come e quanto i numeri potranno legittimare questa vittoria. Lo stesso presidente del consiglio Renzi, dal palco del comizio di chiusura a Cosenza, ha chiesto di non restare a casa perche' "la regione ed il Paese non si salvano da soli".

Dal risultato emiliano ci si aspetta di vedere se veramente la Lega Nord riuscira' ad accaparrarsi maggiori voti rispetto a Forza Italia e contemporaneamente a superare il M5s; condizioni che, anche se lasciassero al centrosinistra la regione rossa per eccellenza, sarebbero sufficienti per Salvini ad accreditarsi come candidato leader del centrodestra e ad iniziare la sua "marcia" verso Roma. Test vero, infine, quello per i Cinquestelle di Grillo. L'Emilia, terra che vide esplodere il "fenomeno" pentastellato, appare banco di prova assai arduo viste le divisioni che, ancora una volta, hanno compiuto i primi passi proprio in questa regione. Divisioni che potrebbero essere sottoposte alla "conta" delle urne con i fedelissimi di Casaleggio da una parte e gli attivisti piu' vicini al sindaco di Parma Federico Pizzarotti, dall'altra

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