Il taglio delle province non convince tutti i partiti, a cominciare da Forza Italia che boccia con il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, il provvedimento che ritiene "incostituzionale, confuso, con norme ingarbugliate, che non semplifica e non sburocratizza, ma aumenta il disordine sulla gestione dei servizi a livello locale creando nuovi problemi a imprese e cittadini".
Molto positivo, invece, il giudizio del segretario pd Matteo Renzi: "Il ddl e' un primo passo. Un segnale immediato con un risparmio di 160 milioni di euro". Gli fa eco il ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio: "Dopo tanti anni di attesa e' un passo avanti enorme per semplificare i livelli amministrativi del Paese ed essere piu' vicini a cittadini ed imprese". Dello stesso parere sono i parlamentari del Pd che hanno votato alla Camera il provvedimento senza alcuna defezione, mentre i colleghi di Sel hanno mostrato uniti il pollice verso. Anche il moderato Pier Ferdinando Casini esprime la sua contrarieta':"Il governo Letta va aiutato perche' la situazione e' difficile, ma deve fare le cose per bene. Ma questo provvedimento sulle province e' veramente un gran pasticcio perche' da un lato non le abolisce realmente creando nuovi enti intermedi, dall'altro moltiplica le aree metropolitane foriere di nuova confusione istituzionale. Se non cambia, al Senato votero' contro, come gia' feci per quel federalismo in salsa leghista alla base di tanti guai". L'Unione delle Province Italiane boccia senza riserve la nuova normativa. Antonio Saitta, presidente dell'Upi, e' convinto che "non solo non produrra' risparmi, ma portera' a un aumento certo della spesa pubblica e all'ennesimo prolificare di enti strumentali e agenzie regionali". Insomma un fallimento, anzi "un caos". Stessa musica da parte del Movimento 5 Stelle: "Il governo canta vittoria per il ddl sulle province, parlando di tagli e riordino. Nulla di piu' falso. Il provvedimento sara' presto dichiarato incostituzionale - si legge in un comunicato anonimo e collettivo - perche' trasforma degli enti elettivi in non elettivi e per fare questo serve una riforma costituzionale. A un governo M5S sarebbero bastate poche righe per tagliare davvero le province con un semplice disegno di legge che le cancella dalla Costituzione". E' evidente che dopo le vacanze Natalizie, quando la legge sulle province approdera' al Senato, maggioranza e governo dovranno affrontare un passaggio ben piu' stretto.
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