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Pubblicato il 26/05/2015 09:09

Prodi preoccupato dalla crisi greca e dal voto in Polonia

Ieri e' stato "un lunedi' nero per l'Europa". Lo dice Romano Prodi in un'intervista al Corriere della Sera in edicola oggi. "Mi riferisco alla Grecia, e non solo. In Spagna crollano i partiti. Francia e Inghilterra si sono chiamate fuori dall'accordo sugli immigrati. Ma la notizia peggiore e' il voto polacco. Un voto straordinario: in negativo, s'intende. Nei sondaggi Duda era testa a testa con il candidato di Tusk, Bronislaw Komorowsky - sottolinea l'ex premier -. Invece ha vinto a valanga, grazie ai voti della Polonia rurale. E questo e' un segno inquietante. La Polonia e' il Paese che ha performato meglio in questi anni, che ha ricevuto piu' aiuti dall'Europa. E' la sesta economia dell'Unione. Ne esprime il presidente, Donald Tusk. Ma l'uomo di Tusk ha perso. E ha vinto l'uomo di Kaczynski. Con una linea portatrice di tensioni, perche' fortemente antieuropea. Antitedesca. E antirussa". Secondo Prodi "isolare la Russia e' un danno. Il problema e' avere chiara l'idea di dove devi arrivare. Se vuoi che l'Ucraina non sia membro della Nato e dell'Ue, ma sia un Paese amico dell'Europa e un ponte con la Russia, devi avere una politica coerente con questo obiettivo. Se l'obiettivo e' portare l'Ucraina nella Nato, allora crei tensioni irreversibili". In Spagna "e' in corso una rivoluzione politica, contro i vecchi partiti piu' che contro l'Europa. Il governo popolare e' obbediente alla linea tedesca; e il popolo gli si rivolta contro, a cominciare dalla grandi metropoli, che danno il tono al Paese. Ma sono davvero troppi in Europa i segnali di disgregazione; non da ultimo il referendum britannico, lo spettro dell'uscita di Londra. E se si leva un vento di disgregazione, non lo ferma nessuno". 

 E' ormai chiaro che tanti soldi da pagare non li ha. Lo sapevano tutti. Il 25% dei greci e' disoccupato, il reddito e' crollato molto piu' di quanto si attendessero i fautori dell'austerity. La Grecia non ha lo sfogo dell'export che ha l'Italia, la Grecia esporta meno della provincia di Reggio Emilia; vive di noli marittimi, un po' di cemento, un po' di turismo; se crolla il reddito interno, crolla tutto. E' stato un braccio di ferro in cui ognuno ha pensato che l'altro cedesse; invece per salvarsi ognuno dovrebbe cedere qualcosa. Se la Germania fosse intervenuta all'inizio della crisi, ce la saremmo cavata con 30-40 miliardi; oggi i costi sono dieci volte di piu'". "I greci hanno mostrato una sbruffoneria che ha mal disposto i negoziatori - sottolinea l'ex presidente della Commissione Ue -. Ho notato un'irritazione progressiva nei loro confronti, man mano che usavano parole violente. Tirare fuori il nazismo non ha aiutato. Schaeuble non lo puoi prendere in giro. Purtroppo lui puo' prendere in giro te, perche' e' forte. Ma sentire i soliti pregiudizi sulla pigrizia mediterranea e' un altro segno di disgregazione". Alla domanda se la Grecia uscira' dall'euro, Prodi risponde cosi': "Siamo alla canna del gas. Ma c'e' ancora lo spazio per un accordo. A due condizioni: che sia chiaro; e che sia subito. Non e' piu' possibile un altro rinvio. Si puo' ancora arrivare a un mezzo default, con la Grecia che ottiene l'allungamento dei termini e la ristrutturazione del debito, che non potra' essere rimborsato per intero, ma in cambio accede ad alcune richieste: neppure le promesse elettorali di Tsipras potranno essere mantenute per intero" . "L'Europa non ha piu' politica, ne' idee; ha solo regole, aritmetica - spiega Prodi -. Quando definivo "stupido" il patto di stabilita', sapevo che si sarebbe arrivati a questo punto. Non si governa con l'aritmetica. Juncker ha annunciato il suo piano di investimenti nove mesi fa. Il tempo in cui nasce un bambino. Ma non si e' ancora visto nulla". Ma "ho fiducia in un fatto: ogni volta che l'Europa e' arrivata sull'orlo del baratro, ha avuto un colpo di reni, uno scatto di nervi. Quando si capisce che e' in gioco tutto, scatta un allarme collettivo"

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