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Pubblicato il 16/10/2014 10:10

Renzi annuncia diciotto miliardi di tagli alle tasse

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Diciotto miliardi di tagli alle tasse per "far ripartire la crescita" in Italia. L'articolo 18 come emblema di una riforma del lavoro che dimostra, secondo il premier, un governo virtuoso sul fronte delle riforme. Ruota intorno ad un numero ricorrente, il 18, la sfida che Matteo Renzi ingaggia per evitare bocciature europee e piegare le molte resistenze che si annidano tra i sindacati e nella sinistra del partito. "

"Nessuno aveva fatto ne' a sinistra ne' a destra una manovra cosi' espansiva e significativa di tagli alle tasse", insiste il presidente del consiglio. Gia' pronto ad affrontare i malumori degli Enti Locali ed i molti distinguo che saliranno dai sindacati. "Il governo e tutti i ministeri hanno realizzato la fetta principale dei tagli, 15 miliardi alla faccia di chi non ci credeva. Voglio vedere se i cittadini non capiranno il piccolo contributo chiesto a Regioni e Comuni", si difende l'ex sindaco che sul tema delle autonomie non ha alcuna voglia di andare allo scontro con i suoi ex colleghi. Proprio sulla richiesta ai comuni di anticipare al 2015 il pareggio di bilancio si e' gia' saldato un asse nel Pd che unisce Francesco Boccia e Matteo Richetti che stanno valutando una raccolta di firme tra i parlamentari dem per scongiurare un rientro che potrebbe comportare grossi sacrifici. Ma non guarda solo alla partita interna la prima legge di stabilita' di Renzi. Entro mezzanotte la manovra sara' inviata alla commissione europea in attesa dell'esame delle prossime settimane. Ma il premier l'ha gia' descritta nei colloqui telefonici avuti ieri con il commissario agli Affari Economici Katainen e oggi con la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. "Noi siamo dentro il rispetto delle regole europee per come la Ue le ha spiegate. Se ci sono questioni specifiche comunque rispondiamo", e' la sicurezza con cui, dalla sala stampa di Palazzo Chigi, il presidente del consiglio si prepara al check europeo. Come a dire le regole sono chiare, l'Italia rispetta il tetto del 3 per cento, pur ricavando in deficit 11 miliardi, ma anche l'Ue deve attenersi a quanto concordato. "Nella lettera alla commissione - fa presenteRenzi - noi abbiamo gia' fatto presente che per l'Italia vale la duplice categoria delle circostanze straordinarie: riforme strutturali e situazione economica". Il messaggio e' stato inviato forte e chiaro, il premier ostenta sicurezza anche se, tra i fedelissimi, Filippo Taddei ammette che "non e' scontato che la Commissione Ue dia il suo assenso anche se difficilmente l'Europa potra' dare un giudizio negativo".

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