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Pubblicato il 15/12/2013 21:09

Riforma elettorale, Renzi accelera

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 Matteo Renzi preme sull'acceleratore della riforma della legge elettorale, ma tiene ancora coperte le sue carte.  Sul Mattarellum puntano i partiti dell'opposizione con  Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Anche una parte del Pd pare tentata dai collegi uninominali, anche se con una correzione che garantisca un "premio di maggioranza al 25%". Per questo meccanismo si e' schierato ad esempio il parlamentare 'renziano' Roberto Giachetti, pur precisando di parlare "a titolo personale".

All'assemblea del Pd il sindaco di Firenze ha si' lanciato una sorta di ultimatum (''O entro fine gennaio si approva alla Camera la riforma o la politica perde la faccia"), ma si e' guardato bene dal tracciare l'identikit del 'suo' meccanismo di voto. Un po' perche' farlo prima delle motivazioni della sentenza della corte Costituzionale sarebbe un azzardo, visto che il nuovo sistema non potra' non tenere conto dei rilievi della Consulta, in particolare sul premio di maggioranza e sulle preferenze. L'altro ragione e' che il sindaco, da attento comunicatore, sa bene che i tecnicismi sul sistema elettorale rischiano di disorientare - allontanandoli - i cittadini. Per questo si limita a fissare i suoi paletti: le larghe intese devono essere "l'eccezione, non la regola" e dunque il nuovo sistema dovra' garantire un vincitore e il ritorno di un rapporto diretto fra elettori ed eletti. E' del tutto evidente tuttavia che la partita sulla legge elettorale ha una grande influenza sul destino del governo.

Ed e' su questo che puntano Forza Italia e M5S, nel tentativo di scardinare le 'piccole intese'. E cosi', dopo l'appello di Berlusconi per il ritorno al Mattarellum, oggi e' stato il turno del Movimento di Grillo che e' tornato ad incalzare Renzi per il ritorno al vecchio sistema elettorale: "Bisogna tornare subito al Mattarellum, ultima legge elettorale votata da un Parlamento legittimo", si legge in una nota dei gruppi parlamentari del M5S. Stesso concetto ribadito poco dopo dallo stesso Grillo che sul suo blog cosi' declinava l'invito di Renzi a votare le riforme (compresa la legge elettorale) con il Pd: "Questo Parlamento di nominati dal Porcellum non ha la legittimita' costituzionale, ma soprattutto morale, per fare una nuova legge elettorale", e' la premessa del leader M5S, che aggiunge: "Chi ha goduto dei frutti del Porcellum" non puo' "riscrivere le regole". L'unica soluzione, a suo giudizio, e' che si "sciolga il Parlamento e si ritorni al voto con il Mattarellum". Anche se l'ex comico non dice come pensa di riportare in vita il Mattarellum visto che - scrive ancora - "sara' il prossimo Parlamento a fare la nuova legge elettorale" seguendo le indicazioni date online dai militanti. L'intento di Grillo pare evidente: usare il sistema di voto come un grimaldello per far saltare la coalizione di governo. Scontata la risposta di Angelino Alfano che si oppone duramente al ritorno al Mattarellum (che a suo dire favorisce i "paracadutati") e rilancia sul modello elettorale dei sindaci: "Noi siamo per un premio di maggioranza che consenta al vincitore di governare" dando un "potere forte a chi guida l'esecutivo", rimarca il vicepremier. Che, a scanso di equivoci, ricorda come anche Letta ritenga necessario che il negoziato parta "dalla maggioranza" e solo in un secondo momento si allarghi alle opposizioni. La partita sulla legge elettorale pare solo all'inizio.

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