Sono 428.587 i bambini con meno di 5 anni di eta' che nel 2013 hanno avuto bisogno di aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare, con un aumento record del 13 per cento rispetto all'anno precedente. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat, dalla quale si evidenzia che con il record di 6 milioni e 20mila individui nel 2013 sono piu' che raddoppiate (+150 per cento) le persone in condizioni di poverta' assoluta rispetto al 2007 quando erano 2,4 milioni.
Sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulla relazione sul 'Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013', realizzata dall'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) la popolazione totale dei bambini indigenti, espressa in valori assoluti, e' concentrata in prevalenza nell'Italia Meridionale (149.002, pari al 35 per cento del numero complessivo di minori tra i 0 e i 5 anni bisognosi di aiuto) e nell'Italia Settentrionale (129.420 unita', pari al 30 per cento). Oltre il 40 per cento dei bambini bisognosi di aiuto alimentare - precisa la Coldiretti - e' concentrato in Campania ed in Sicilia. I bambini - sottolinea la Coldiretti - sono la punta piu' debole di un iceberg che conta 4.068.250 piu' poveri dei poveri che nel 2013 in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, con un aumento del 10 per cento sull'anno precedente. In realta' la crisi ha tagliato il cibo sulle tavole della maggioranza della popolazione con 2 italiani su 3 (65 per cento) che hanno ridotto la quantita' o ha tagliato sulla qualita' della spesa per alimenti nel 2013, secondo le elaborazioni della Coldiretti. Gli acquisti di prodotti alimentari nel 2013 sono diminuiti del 3 per cento dall'inizio della crisi nel 2008, ma - sottolinea la Coldiretti - e' nel 2014 che si e' toccato il fondo con le famiglie che hanno detto addio dalla pasta (-5 per cento) all'extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli italiani nei primi anni della crisi - precisa la Coldiretti - hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall'abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo. Piu' di otto italiani su dieci (81 per cento) - conclude la Coldiretti - non buttano il cibo scaduto con una percentuale che e aumentata del 18 per cento dall'inizio del 2014, secondo Waste watcher knowledge for Expo.
"I dati sulla poverta' in Italia sono da Terzo Mondo, non degni di un Paese che vuole definirsi civile, una vergogna". Lo afferma il Codacons, commentando i dati Istat. "La cosa piu' grave e' che la situazione non e' destinata a migliorare nel corso del 2014, e in particolare il Mezzogiorno sembra destinato a veder aggravarsi di anno in anno il livello di disagio economico dei propri abitanti", spiega il presidente Carlo Rienzi. "Rivolgiamo oggi un appello al Governo Renzi, quindi, affinche' vari un apposito decreto antipoverta' in grado di spostare le tasse su quel 10% di italiani che detiene il 50% della ricchezza del Paese, su evasori e speculatori, combattendo la poverta' in tutte le sue forme allo scopo di ridare dignita' a 10 milioni di italiani".I dati diffusi oggi dall'Istat sulla poverta' in Italia "rivelano una situazione drammatica". Il giudizio e' di Federconsumatori e Adusbef, secondo cui la "situazione si percepisce chiaramente dall'andamento dei consumi, diminuiti dell'8,1% nel solo biennio 2012-2013. In particolare, nel corso dell'ultimo anno", si legge in una nota delle due associazioni dei consumatori, "si sono ridotti in maniera significativa i consumi alimentari, vero segno della crisi delle famiglie. Diminuisce soprattutto la spesa per la carne: del 3,2%. Un andamento che appare inevitabile, vista la forte contrazione del potere di acquisto di oltre il 13,4% dal 2008 ad oggi"
Quel che e' peggio", proseguono Federconsumatori e Adusbef, "e' che la grave contrazione della domanda interna continua ad alimentare la preoccupante spirale depressiva in cui la nostra economia langue da anni, producendo ulteriore crisi e disoccupazione. Per questo e' indispensabile avviare dei provvedimenti urgenti ed improrogabili che siano in grado di porre un argine a tale tendenza. In primo luogo e' necessario risollevare il potere di acquisto delle famiglie, estendendo la platea dei beneficiari del bonus di 80 Euro anche a pensionati, incapienti e famiglie numerose. In tal modo, secondo le stime dell'Onf - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, i benefici sulla della domanda di mercato potrebbero far segnare una risalita vicina al +0,8/+0,9%. Ma soprattutto e' necessario intervenire sul versante occupazionale, avviando un piano straordinario per il lavoro. Rilanciare l'occupazione, specialmente quella giovanile", conclude la nota, "e' la strada maestra per restituire potere di acquisto alle famiglie, non solo a quelle giovani, ma a tutte. La mancanza di reddito dei piu' giovani, infatti, ricade oggi sui bilanci di genitori e nonni".
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