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Pubblicato il 24/05/2014 08:08

Unimpresa, 4 aziende su 5 in ritardo con pagamenti F24

osservatorio, unimpresa

Allarme sui pagamenti fiscali: quattro aziende su cinque sono in ritardo sui versamenti fiscali effettuati con il modello F24 predisposto dall'agenzia delle Entrate. Questa la stima di Unimpresa sulla base delle informazioni raccolte nei giorni scorsi attraverso le sedi territoriali, dopo la scadenza del 16 maggio ultimo giorno utile per parecchi pagamenti fiscali, contributivi e previdenziali. 
   Secondo l'analisi dell'associazione, l'81,3% delle micro, piccole e medie imprese associate non ha rispettato i termini di legge previsti per il versamento di tasse e contributi all'amministrazione finanziaria Si tratta di un trend - rileva ancora Uninmpresa - ormai in atto da tempo e in continuo peggioramento a causa dell'aggravarsi della crisi finanziaria internazionale che ha prosciugato le casse degli imprenditori. Il dato e' in forte aumento rispetto alla rilevazione di aprile, quando la percentuale si era attestata al 76,5%. "Si supera il primo appuntamento e si punta a pagare subito dopo, appena la cassa lo consente, usufruendo del regime del ravvedimento oneroso, che consente di pagare con sanzioni lievi" spiega il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. Il dato sulle imprese non in regola con gli adempimenti fiscali, secondo Unimpresa, e' omogeneo in tutti i settori imprenditoriali: dalla piccola industria ai servizi, tutte le categorie sono con l'acqua alla gola. Su 122.000 associate a Unimpresa, stando alla rilevazione a campione effettuata negli ultimi giorni, ben 99.186 aziende non ha potuto fare regolarmente i versamenti all'agenzia delle Entrate, all'Inps e agli altri enti previdenziali e dell'amministrazione finanziaria, tra quante hanno ritardato di pochi giorni e quante hanno selezioni solo alcuni adempimenti.

Nell'ambito dell'industria, il settore dell'edilizia resta quello che sembra registrare le maggiori difficolta' e il dato sui "ritardi F24" arriva all'86,3%, mentre la percentuale piu' bassa registrata e' nei servizi (trasporti: 24,2%).
Tuttavia le "sofferenze fiscali" sono, per Unimpresa, una sorta di minimo comune denominatore per tutti i comparti economici: alimentazione, arredamenti, metalmeccanici, nautica e poi agricoltura, commercio, trasporti e turismo. Secondo Longobardi, "per le micro e piccole imprese lo sforamento dei termini e' una scelta obbligata: la crisi di liquidita' non consente ampi margini di manovra e le casse delle aziende, strozzate dalla stretta delle banche sul fronte del credito porta a un vicolo cieco. Spesso di sceglie di lasciare i modelli F24 nel cassetto per avere la certezza di poter pagare gli stipendi".

 

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