La sezione Abruzzo dell'Associazione nazionale magistrati esprime ''sgomento'' e ''preoccupazione'' per la notizia dell'approvazione da parte del Senato, all'interno del decreto 'mille proroghe', dello spostamento, almeno fino al 2018, della data in vigore della riforma della geografia giudiziaria riguardante i tribunali di L'Aquila e Chieti, che avrebbero dovuto accorpare, entro il termine gia' prorogato del 2015, i tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. Auspica pertanto che il provvedimento venga ''cancellato'' nel successivo passaggio alla Camera dei deputati. In una nota, la giunta distrettuale abruzzese dell'Anm, presieduta da David Mancini, fa presente, fra l'altro, che la notizia dello spostamento e' stata appresa dai magistrati, la mattina del 30 gennaio scorso, ''solo dagli organi di stampa''. Nella nota, Mancini spiega che ''l'associazione nazionale magistrati e la giunta distrettuale abruzzese confidavano nell'entrata in vigore della riforma, cosi' come avviene nel resto d'Italia, al fine di adottare nuovi strumenti organizzativi di razionalizzazione delle risorse in termini di efficienza del servizio giustizia''. Per l'Anm, ''la crescente domanda di giustizia che proviene dai territori abruzzesi, ancora di piu' dopo il sisma, impone di adottare soluzioni organizzative che non possono essere piu' offerte dai tribunali minori''. Cio', a detta dell'associazione magistrati, vale per tutti i tribunali, tra cui Chieti, ''ma e' ancora piu' evidente per uffici di dimensione distrettuale come il caso dell'ufficio giudiziario di L'Aquila, sede della procura e del tribunale distrettuale''. Secondo l'Anm, inoltre, ''lascia sbigottiti la soluzione adottata ed il metodo seguito, caratterizzati dalla mancanza di una sia pur minima interlocuzione in ordine ad una possibile modificazione della situazione generale''. L'Associazione parla anche di ''assenza di sensibilita' istituzionale'' riguardo alla vicenda. Nella nota, sottolinea come l'ulteriore proroga sarebbe ''l'ultimo tentativo di preservare interessi logistici ed individuali'', frutto di logiche lontane dall'interesse dei cittadini che chiedono una giustizia piu' efficiente e moderna. Per l'Anm Abruzzo, cio' e' tanto piu' grave in quanto l'unico motivo apparente sarebbe dato dalla condizione di inagibilita' dei tribunali di L'Aquila e Chieti, ''dato fuorviante e strumentale poiche' tale condizione certamente non sussistera' al settembre 2015, data di scadenza della prima proroga''.
La replica degli Ordini Forensi
"Quello dell'associazione nazionale magistrati e' un intervento scomposto, immotivato e irragionevole": cosi' in una nota il presidente degli Ordini Forensi Abruzzesi, Gabriele Tedeschi. "Pensare che dall'accorpamento dei tribunali possa arrivare una migliore risposta alla crescente richiesta di giustizia e' un'affermazione che ci lascia sgomenti, vivamente preoccupati, sbigottiti, sconcertati e mortificati. Basti pensare alle disfunzioni che si sono verificate e si stanno verificando nelle realta' giudiziarie dove e' gia' entrata in vigore la riforma della geografia giudiziaria". "Nella realta' abruzzese - prosegue Tedeschi - i disagi sarebbero ancora maggiori ove si pensi all'Aquila e alla grave situazione degli uffici giudiziari sottolineata dallo stesso presidente della Corte d'Appello aquilana. Gli avvocati abruzzesi auspicano quindi che, nel prossimo passaggio alla Camera dei Deputati, venga confermato l'interesse generale e che l'emendamento che concede la proroga di tre anni ai tribunali abruzzesi sia definitivamente approvato"
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