Potrebbe sfociare in un contenzioso legale tra la Regione Abruzzo e la Camera di commercio di Pescara la vicenda legata al non completo rispetto della normativa antisismica della sede del Consiglio regionale in piazza Unione a Pescara, decretato in due relazioni dell'Enea, che ha causato la decisione di chiudere da circa un anno l'auditorium De Cecco al piano terra dell'immobile. Il palazzo, che era di proprieta' della Camera di commercio di Pescara, e' stato acquistato dal Consiglio regionale nel 2006 con una trattativa privata condotta dall'allora presidente del consiglio, Marino Roselli, con l'allora presidente della Camera di commercio, Ezio Ardizzi. Gia' negli anni scorsi l'operazione aveva provocato polemiche, in particolare per il prezzo dell'immobile, costato circa 6 milioni di euro diventati quasi nove e mezzo in seguito alle ristrutturazioni e all'acquisto del sesto piano. "Siamo in una fase di verifica, prima di decidere attendiamo anche il pronunciamento della Corte dei conti, a cui abbiamo mandato gli atti, per le verifiche contabili - ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano - ma e' chiaro che e' ipotizzabile un contenzioso per l'annullamento dell'atto o per il risarcimento danni". Il caso e' tornato di attualita' dopo la delibera dell'ufficio di presidenza di qualche giorno fa che stabilisce la conferma dell'interdizione dell'auditorium all'uso pubblico e da' mandato alla direzione Attivita' amministrativa di interessare l'Avvocatura regionale per valutare la "trasmissione degli atti alla Corte dei conti per una opportuna verifica della esistenza di un eventuale danno patito dall'amministrazione acquirente". Pagano ha spiegato ancora che "tutto e' scritto nei documenti, ovviamente dobbiamo tutelarci da un atto stipulato alcuni anni fa dal quale questo vizio non ravvisato potrebbe portare al contenzioso con il venditore". "Il fatto di non poter utilizzare l'auditorium De Cecco, uno degli spazi ricettivi piu' importanti per Pescara - ha continuato Pagano - e' molto grave, saremmo dovuti intervenire per l'adeguamento sismico ma questo ulteriore costo sommato al prezzo di acquisto potrebbe portare alla non congruita' rispetto al prezzo di mercato".
Secondo una stima, l'adeguamento sismico avrebbe un costo di circa due milioni di euro: sarebbero gia' disponibili ma gli uffici non si muovono perche' la spada di Damocle e' rappresentato dal rischio di danno erariale. Quindi si attende la decisione della Corte dei Conti alla quale sono state mandate due segnalazioni: una quando l'Enea ha consegnato la prima relazione nel marzo 2013 e la seconda nel gennaio 2014. Nel report piu' recente si mettono in luce alcuni difetti strutturali, in particolare su una parte delle fondazioni: "i pali sono poco armati e l'armatura non e' per tutta la loro lunghezza", scrivono i tecnici dell'organismo. La verifica degli edifici pubblici era stata resa obbligatoria con un'ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri del 2003 e, successivamente, sollecitata con una circolare del dipartimento nazionale di Protezione civile anche in seguito al terremoto che ha colpito L'Aquila e altri 56 comuni dell'Abruzzo il 6 aprile 2009
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: