'Il Gruppo del Pd aveva osservato in Commissione e in Consiglio che la disposizione di Legge era in contrasto con la normativa sulle assunzioni dei dirigenti nella pubblica amministrazione': cosi' il vice presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo Giovanni D'Amico commenta la 'bocciatura', da parte della Corte Costituzionale, del primo articolo, comma 1, della legge regionale n.16/2012 che ha modificato precedenti normative in materia di organizzazione e rapporti di lavoro.
Secondo il Pd, la legge 'derogava il limite del 10% gia' riservato agli incarichi esterni di dirigente a tempo determinato; in secondo luogo perche', non fissando termini certi per l'incarico, sottintendeva di fatto l'accesso alla dirigenza per incarico discrezionale anziche' tramite concorso, come invece la Legge vigente obbliga (la fissazione del concorso e' lasciata a totale discrezionalita' dell'amministrazione'.
'L'assessore Carpineta - commenta D'Amico -, oltremodo rigida in molti altri casi di gestione del personale e nell'incapacita' di dotare le direzioni dei dirigenti tramite regolare concorso, aveva avallato la norma proposta dalla maggioranza in Consiglio regionale'.
'Si porra' ora - aggiunge il vice presidente del Consiglio regionale - anche il problema della responsabilita' contabile in ordine agli incarichi assegnati e retribuiti. La realta' e' solo una: la gestione delle risorse umane della Regione Abruzzo da parte dell'attuale Giunta e dell'Assessore Carpineta e' contrassegnata da incompetenza e approssimazione. Essa sta creando un caos operativo interno che si riflette in danno verso la societa', gli utenti e i cittadini abruzzesi'.
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