"Quello di 37 aziende interdette e' un numero non trascurabile, soprattutto le 12 aquilane che hanno avuto rapporti con queste qui: ci vuole ancora piu' attenzione". Cosi' il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, commenta la notizia, rivelata dall'Espresso, sulle 37 interdittive antimafia nei confronti di imprese che lavorano nella ricostruzione post-sisma che sarebbero state emesse dalla prefettura dell'aquila. Un fatto che emerge dopo alcuni arresti per infiltrazioni della camorra, in particolare i casalesi, nella ricostruzione privata. "Il problema grosso per le infiltrazioni mafiose sono i subappalti della ricostruzione privata, lo dico dal 2009 - spiega Cialente - ecco perche' la nuova legge dovra' essere molto rigida sia sul conferimento degli incarichi sia sul controllo, ponendo regole molto rigide". Per il primo cittadino "deve finire la storia delle vendite dei rami d'azienda, c'e' un sottobosco nel quale si puo' infilare di tutto indipendentemente dalla volonta' dei protagonisti. Il subappalto del subappalto, per esempio, e' insostenibile - afferma - ma stiamo verificando che succede spesso, li' si sta insinuando le infiltrazioni". Quanto ai controlli, "sapevo di queste misure, me ne comunicano diverse, mi sembra che si stia facendo un lavoro molto attento, ma bisogna continuare e andare avanti su questa strada", conclude
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