Un gruppo di segretari comunali del cratere sismico abruzzese ha chiesto un parere al Dipartimento della Funzione pubblica prima di procedere alla firma sui contratti dei vincitori del cosiddetto 'concorsone', l'avviso pubblico per la selezione di personale da assegnare ai vari uffici impegnati nella ricostruzione dell'Aquila e degli altri 56 Comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009.
I segretari sono preoccupati dalle 'criticità' contenute nel bando e 'nell'assetto normativo' che, 'se non risolte in anticipo, possono essere causa di vizi' e anche di 'nullità delle assunzioni' e 'di responsabilità dei funzionari e degli amministratori, qualora non siano oggetto di deroga normativa da parte del legislatore', come scritto nella nota inviata alla struttura del Ministero della Pubblica Amministrazione e semplificazione.
Il dubbio manifestato dai dirigenti comunali e' che il mancato espletamento delle procedure di mobilita', obbligatorie per legge, possa esporli a eventuali danni erariali di fronte alla Corte dei conti. Il governo aveva giustificato la circostanza con l'urgenza di bandire il concorso e passare celermente alla selezione dei candidati.
Sulle modalita' del 'concorsone' c'erano stati alcuni ricorsi al Tar del Lazio da parte di una sessantina di precari del Comune dell'Aquila, in scadenza di contratto, che lamentavano l'anomalia seguita nella procedura rispetto alla mobilita' e gli atti di delega degli enti locali al Formez, che si e' occupato dello svolgimento delle prove. I giudici amministrativi avevano negato la sospensiva, ma devono ancora esprimersi nel merito.
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