"Le aziende agricole, soprattutto quelle abruzzesi, vengono colpite duramente dalla nuova Legge di Stabilità appena varata che determina la perdita di molte agevolazioni fiscali. È oggettivamente e assolutamente inaccettabile e quanto mai inopportuno quanto stabilito dal Governo centrale e in ogni sede mi farò promotore di tutte le iniziative possibili per esprimere la massima contrarietà al provvedimento. A cominciare da oggi, nel corso della riunione del Tavolo Verde regionale, alla presenza delle Organizzazioni professionali Coldiretti (Simone Ciampoli), Cia (Domenico Falcone), Copagri (Andrea Ronchitelli) e Confagricoltura, nel corso del quale ho ribadito la mia contrarietà al nuovo regime fiscale che colpirà gli imprenditori agricoli. Posizione che è stata ampiamente accolta e condivisa dai presenti". Questo il commento dell'assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, in merito alla misura del Governo che oltre ad avere appesantito la tassazione sui redditi agrari e domenicali, ha cancellato la possibilità per le società a responsabilità limitata, in accomandita semplice e in nome collettivo e cooperative, che svolgono esclusivamente attività agricola, di optare per la tassazione su base catastale.
"Per quanto riguarda l'aumento impositivo - precisa Mauro Febbo - la Legge di stabilità introduce, per i periodi d'imposta 2012, 2013 e 2014, la rivalutazione del 15% del reddito agrario e domenicale e un moltiplicatore pari a 115. Per i terreni agricoli, anche non coltivati, posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, la rivalutazione scende al 5% e il moltiplicatore a 105".
"Quella che si è materializzata a Roma, con questo discutibile provvedimento, rappresenta una vera e propria batosta per la nostra agricoltura, difficile da smaltire anche in considerazione del fatto che veniamo da un periodo non certo facile in un contesto globale a tinte fosche. Con queste scelte operate dal Governo centrale - conclude Febbo - si va a colpire in modo pesante il comparto primario che ne uscirà quanto mai penalizzato anche in termini di sviluppo di modernizzazione. Come amministratore regionale quindi è mio dovere oppormi, nelle sedi e nei modi opportuni, a questo percorso intrapreso dall'Esecutivo che mette in campo misure come queste che definirei alquanto anacronistiche".
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