Curare L'Aquila con l' 'agopuntura'. "Non e' irrecuperabile. C'e' una situazione difficile ma non cosi' difficile da essere impossibile". Parla cosi' l'architetto Massimiliano Fuksas, che ha visitato il centro storico dell'Aquila crollato sotto i colpi del sisma del 6 aprile 2009. "E' la prima volta che vengo all' Aquila dopo il terremoto. Non mi sentivo bene dopo quello che era avvenuto". Oggi, lontano dai riflettori dell'immediato, guarda "alla messa a punto degli intonaci e della qualita', all' illuminazione intelligente, alla pavimentazione" per tornare a raccontare la storia. Ma sono tre, sottolinea l'archistar, i punti per rendere di nuovo L'Aquila una citta': "Una citta' viva deve avere la popolazione, la cultura, e l'aspetto commerciale nel senso di collettivita'". "C'e' bisogno di architetti urbanisti, di curare con l' agopuntura. Qui si sente che c'e' stata una storia, una vita, che sotto il dramma c'e' una citta'. Allora occorre mettere insieme i tre pezzi: popolazione, cultura e commercio". "Qui - sottolinea - la presenza del paesaggio e' fortissima e allora serve ridare questa potenza e per esempio cominciare a sostituire gli alberi non autoctoni con quelli tipici del territorio. Bisogna invertire il senso di marcia di questi anni e partire dal nucleo centrale, da piazza del Duomo, fino ad allargarsi alle periferie". Il recupero del centro storico deve essere pero', per Fuksas, un recupero vitale: "No - dice - a un centro storico fittizio". Nel suo giro, l'architetto ha incontrato l'attore Alessandro Preziosi, direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo "che sta portando l'Odissea". "La mia sensazione? Un senso di ottimismo e di positivita', diverso rispetto a quello che si dice. Gli abruzzesi sono forti", afferma Fuksas al termine del 'viaggio' nel cuore del capoluogo abruzzese. Fuksas era accompagnato, tra gli altri, dal presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, dal sottosegretario all'Economia, l' abruzzese Giovanni Legnini e dal sindaco, Massimo Cialente.
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